Chiudono 1.500 imprese in sei mesi. Per il Maceratese c’è la maglia nera, vertice in Provincia

Chiudono 1.500 imprese in sei mesi. Per il Maceratese c’è la maglia nera, vertice in Provincia
MACERATA- Nei primi sei mesi del 2022 il Maceratese ha perso quasi 1.500 imprese, un crollo del 4,4% che non si ravvisa in nessun’altra provincia marchigiana. È un...

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MACERATA- Nei primi sei mesi del 2022 il Maceratese ha perso quasi 1.500 imprese, un crollo del 4,4% che non si ravvisa in nessun’altra provincia marchigiana. È un autentico grido d’allarme quello che ha lanciato la Cna ieri mattina nell’incontro inaugurale del Tavolo istituzionale per lo sviluppo economico, lanciato dalla Provincia su stimolo dell’associazione guidata dal presidente Maurizio Tritarelli. Un’iniziativa che ha coinvolto associazioni di categoria, sindacati, Università e Comuni (anche se ha risposto presente solo quello di San Severino, Rosa Piermattei) per definire alcune strategie da mettere in campo entro breve tempo per contrastare la crisi.

 

I numeri, presentati dal direttore del Centro studi Cna Marche Giovanni Dini, fanno riferimento al periodo che va dal dicembre 2019, ovvero appena prima dell’esplosione della pandemia Covid, all’ultimo rilevamento di giugno 2022. Nessuna provincia marchigiana ha perso più dell’1,4% delle sue imprese attive negli ultimi tre anni ad eccezione di Macerata, dove questo calo è addirittura del 6,6%. Di questa percentuale, la fetta maggiore la si è registrata tra dicembre 2021 e giugno 2022, periodo all’interno del quale si sono perse ben 1.475 imprese attive, il 4,4% del totale. Un calo generalizzato, che colpisce con solo leggere differenze i vari settori, che si parli di agricoltura, di manifattura o di servizi: segno che qualcosa non funziona nel sistema economico provinciale.

Trend leggermente diverso invece per quanto riguarda i ricavi medi delle piccole e medie imprese: dal primo semestre del 2019 (quindi un anno prima del Covid) al quarto semestre del 2021 il Maceratese aveva fatto registrare un importante +70,6%, salvo poi calare del 29% nel primo trimestre del 2022 e recuperare parzialmente (+21,6%) tra marzo e giugno scorsi. «Ci sono dinamiche controverse, ma in generale il nostro sistema è molto sensibile alle variazioni delle condizioni – ha precisato Dini – le oscillazioni recenti, delle quali avremo conferma nelle prossime settimane con i dati del terzo trimestre del 2022, ci fanno però presagire difficoltà nel tornare ai livelli che avevamo raggiunto prima della scoppio della guerra in Ucraina». Numeri che invitano all’azione con velocità e precisione e allora il presidente della Provincia Sandro Parcaroli ha invitato tutti i partecipanti a indicare misure e interventi che ritengono prioritari per far sì che alla prossima riunione del Tavolo, che dovrebbe tenersi a fine novembre, si possa già parlare di qualcosa di più strettamente operativo.

«La Provincia può farsi collettore di queste istanze – ha ribadito Parcaroli – di temi da affrontare ce ne sarebbero tanti, a partire dalla necessità di prorogare il termine del 2025 per la rendicontazione della prima parte dei fondi del Pnrr: un obiettivo difficilissimo da centrare. E poi la digitalizzazione, cruciale per le nostre aziende, oltre alla ricostruzione post-sisma e le varie criticità sul fronte viabilità: penso all’intervalliva San Severino-Tolentino, a quella di Campogiano, al nuovo casello dell’A14. Ma è dura con questi aumenti che siamo costretti a fronteggiare ogni giorno: la rotatoria di Costamartina a Civitanova doveva costare 500mila euro, siamo arrivati a 800mila. La nostra ancora di salvezza può essere il turismo, ma dobbiamo essere in grado di far restare i turisti».



Concetti ribaditi in maniera pressoché unanime da tutti i rappresentanti delle associazioni: da Cna a Confartigianato, da Confindustria a Confesercenti passando per Cgil, Uil, Lega Coop e Copagri. Ma cruciale deve essere anche il coinvolgimento delle università. A partire da quella di Macerata, come ha ribadito il professore del Dipartimento di Economia Claudio Socci. «Le associazioni hanno grandi capacità di raccolta dati, noi possiamo contribuire alla sola interpretazione per fare previsioni. Con la Regione Sardegna firmeremo a breve un protocollo per supportarli nelle decisioni in ambito economico-sociale, un bel riconoscimento delle nostre capacità. Le decisioni spettano a chi di dovere, noi possiamo aiutare nel prenderle andando nella giusta direzione».

 

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Corriere Adriatico