Selfie con una salma mummificata durante l'esumazione al cimitero, in due finiscono dal giudice

Il processo è in corso al Tribunale di Macerata
GAGLIOLE - Si erano posizionati uno a destra e uno a sinistra, al centro, in piedi tra di loro c’era la salma in stato di mummificazione di una donna che avevano appena...

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GAGLIOLE - Si erano posizionati uno a destra e uno a sinistra, al centro, in piedi tra di loro c’era la salma in stato di mummificazione di una donna che avevano appena riesumato. La loro foto era finita online e aveva destato, come è facile immaginare, grande disappunto. Ieri mattina per i due, Stefano Bagnarelli di 54 anni e Francesco Falchetti, 47 anni, entrambi di Matelica, si è aperto il processo per vilipendio di cadavere davanti al giudice Vittoria Lupi e al pubblico ministero Rocco Dragonetti.

 


Il fatto risale al 9 febbraio 2018, i due imputati erano entrambi dipendenti di una ditta di Tolentino che era stata incaricata di gestire il cimitero di Gagliole. Tra le competenze dell’impresa c’era anche quella di effettuare l’esumazione di alcune salme a seguito della scadenza della concessione dei loculi cimiteriali.

Quel giorno, oltre alla salma della donna, era stata esumata anche quella del marito, ma quest’ultimo non era in stato di mummificazione per cui i suoi resti erano stati messi in una cassettina posizionata all’interno dell’ossario del cimitero. I due matelicesi quel giorno si misero in posa per scattarsi la foto con la salma in stato di mummificazione: uno le teneva un braccio, l’altro le aveva poggiato una mano sulla spalla, nello scatto indossavano entrambi una mascherina ma la polizia postale e i carabinieri erano riusciti a risalire alla loro identità. 


Ieri mattina il difensore di Falchetti, l’avvocato Sandro Pugliese, ha chiesto la sospensione del processo con messa alla prova e il giudice ha rinviato l’udienza al prossimo 21 novembre per premettere al coimputato di valutare l’eventualità di proporre anche lui la stessa richiesta tramite il nuovo difensore, l’avvocato Marco Fabiani.

 

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Corriere Adriatico