Discarica, il comitato non molla. I cittadini: «Pronti a rivolgerci al prefetto»

Un momento dell'incontro
CORRIDONIA -  Rischi di salute, rischi economici milionari. Il convinto no alla discarica è stato ribadito ieri pomeriggio dal centinaio di presenti, sulla...

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CORRIDONIA -  Rischi di salute, rischi economici milionari. Il convinto no alla discarica è stato ribadito ieri pomeriggio dal centinaio di presenti, sulla tribuna coperta dell’ippodromo Martini, all’assemblea organizzata dal Comitato Green No Discarica per dire no all’impianto di smaltimento rifiuti provinciale.

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Un incontro buono per fare il punto della situazione, ma che ha trovato un muro sul fronte istituzionale: assente l’amministrazione comunale (c’erano solo alcuni consiglieri di opposizione), assenti Provincia e Ata, assente l’assessore regionale Stefano Aguzzi, che ha inviato una lettera in risposta all’invito del comitato ribadendo che «ad oggi non è prevista alcuna discarica nel territorio del Comune di Corridonia».

Il presidente del comitato Andrea Germondari ha ripercorso tutto l’iter avviato per la ricerca di una nuova discarica, svelando che domani ci sarà una nuova riunione dell’Ata. Momento di discussione sul problema tra i sindaci? Tutt’altro. «Il presidente Pettinari ha messo nero su bianco che i sindaci hanno deciso all’unanimità di non parlare della mozione presentata dai 21 primi cittadini per sospendere il procedimento – ha tuonato Germondari – non hanno nemmeno il coraggio di mettere l’atto ai voti. Continua a non esserci un metodo democratico da parte delle istituzioni, c’è poca chiarezza sul tema. Evidentemente l’obiettivo è farla questa discarica. Il nostro Comune è tra i pochissimi che non ha nemmeno presentato le osservazioni contro i sette siti che ci riguardano: una tattica, perché quello è, molto pericolosa».
A entrare nei dettagli dei possibili danni che una discarica porterebbe sul territorio corridoniano è stato l’agronomo Boris Lattanzi, che ha presentato il lavoro eseguito nei mesi scorsi dal collega incaricato dal comitato, Nicola Marziali. Lattanzi ha parlato di danni ascrivibili alle perdite di valore di manufatti e terreni e alle potenziali perdite di contributi per milioni di euro, danni variabili tra i 3,5 milioni e i 18 milioni di euro in base al sito che l’Ata dovesse scegliere.
 


«Questo è un territorio fortemente antropizzato e non vanno dimenticati aspetti difficilmente quantificabili come l’appeal turistico o le manutenzioni ai terreni», ha specificato l’agronomo. E ora? «Interpelleremo la Prefettura, stiamo ragionando a un esposto in Procura», ha chiuso Germondari.

 

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Corriere Adriatico