CIVITANOVA - Il Covid Hospital è finalmente operativo. Da ieri pomeriggio ospita due pazienti, altri tre arriveranno oggi mentre entro domani i degenti saranno sette. Tutti...
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Gli altri quindici pazienti ricoverati nel normale reparto Covid di Camerino saranno invece portati nel nuovo reparto di Macerata nella palazzina ex Malattie Infettive. Entro lunedì, secondo il piano, l’ospedale di Camerino tornerà Covid free. A Civitanova ieri pomeriggio – la prima ambulanza è arrivata poco dopo le 16 - c’erano i vertici dell’Asur e i responsabili medici della struttura.
Tra gli altri c’erano la direttrice regionale dell’Asur Nadia Storti, il direttore dell’Area Vasta 3 Alessandro Maccioni e – quanto al profilo tecnico – la primaria di Rianimazione Daniele Corsi, la primaria di Pneumologia Francesca Marchesani e la responsabile del settore Professioni sanitarie Mara Buccolini. Dunque il nuovo ospedale regionale dedicato al Covid per ora “parla” solo maceratese, nel senso che i pazienti arrivano tutti dall’ospedale di Camerino e gli operatori sanitari sono tutti dipendenti dell’Area Vasta 3 dell’Asur. Nessun contributo esterno, almeno per ora. L’Av3, guidata da Alessandro Maccioni, ha impostato il cronoprogramma per liberare i reparti Covid nelle strutture ospedaliere e lo sta rispettando, come previsto dalla delibera regionale.
La delibera
Delibera regionale che prevedeva anche il contributo delle altre Aree Vaste per il personale sanitario. Contributo che, per ora, non si è visto. Peraltro l’Asur una decina di giorni fa aveva assunto una determina per definire il fabbisogno del personale e ieri pomeriggio il direttore Av3 Alessandro Maccioni ha specificato che sui tre turni sono previsti in servizio 40 operatori: 32 infermieri, tecnici e oss e 8 medici. Bene, il lato maceratese della partita Covid Hospital evidenzia che mentre i 32 infermieri sono tutti volontari, gli 8 medici sono tutti arrivati in forza di un ordine di servizio. Quanto al quadro Covid che persiste negli ospedali del resto della regione, quelli non maceratesi, la direttrice Asur Nadia Storti ha osservato che le varie situazioni sono oggetto di valutazione: alcuni pazienti non sono trasferibili mentre per altri – si tratta di pochi casi - si sta monitorando la situazione e la convenienza di mettere in atto trasferimenti che necessiterebbero poi, per garantire l’assistenza e la cura, di ulteriori ordini di servizio per i medici extra Area Vasta 3. «Certo – ha osservato la dirigente regionale Asur Nadia Storti – il Covid hospital rimarrà un patrimonio della Regione per le future emergenze, una palestra di formazione per gli operatori ». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico