Consiglio di Civitanova, cento giorni senza seduta. La convocazione richiesta dai dem

Consiglio di Civitanova, cento giorni senza seduta.La convocazione richiesta dai dem
CIVITANOVA Superati i 103 giorni senza una seduta del consiglio comunale. Se non è record, poco ci manca. L’ultima riunione convocata il 28 dicembre dell’anno...

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CIVITANOVA Superati i 103 giorni senza una seduta del consiglio comunale. Se non è record, poco ci manca. L’ultima riunione convocata il 28 dicembre dell’anno scorso, quella in cui è stato approvato il bilancio di previsione e, soprattutto, le due varianti urbanistiche, quella di Costa Martina e di una nuova zona industriale al confine con Montecosaro, che hanno causato più di un mal di pancia nella maggioranza. A denunciare questo stallo è il centrosinistra.

 

La richiesta

I sette consiglieri delle cinque liste si sono sostituiti al presidente e hanno richiesto la convocazione di un consiglio comunale. Poi la foto davanti al portone dell’aula rimasta chiusa per quasi tre mesi e mezzo con il cartello «Chi l’ha visto? A sorreggerlo Piero Gismondi, Lidia Iezzi, Francesco Micucci, Mirella Paglialunga ed Elisabetta Giorgini (assenti per motivi di lavoro e salute Yuri Rosati e Letizia Murri). Bastano le firme di un quinto dei consiglieri, vale a dire cinque – spiega Micucci – noi siamo in sette. È quello che prevede il regolamento comunale. Abbiamo stilato anche l’ordine del giorno. Ci sono varie interrogazioni e mozioni, alcune delle quali aspettano da quasi un anno. E poi spiegazioni sul perché non si convoca più un consiglio comunale. Qualcosa deve essere successo dopo l’ok alle varianti cui il capogruppo di FdI era contrario e che tanto sdegno hanno creato in città». Ora il presidente deve convocarlo entro 20 giorni.

L’istituzione

«Un’istituzione che non interessa al centrodestra – aggiunge Giorgini – refrattaria al dibattito e al confronto ma anche alle regole. Ad esempio, non è stato nominato il consiglio di biblioteca che manca da due anni. E nemmeno ratificato dall’aula la mia surroga nella commissione servizi sociali, cui non posso partecipare». Di «mancata attenzione alla democrazia» parla Mirella Paglialunga che ricorda alcuni dei temi sul tavolo, presentati in varie interrogazioni. «A partire da quella sull’inquinamento alla foce del Chienti e i ritardi della realizzazione del ponte ciclopedonale. Senza dimenticare il piano antenne: secondo l’assessore Belletti, due anni fa, era una priorità».

Lidia Iezzi vede «l’imbarazzo del centrodestra» nella «mobilitazione della città contro le varianti urbanistiche approvate. Hanno chiuso le aule dove si esercita la democrazia, tutto si decide nelle segrete stanze». E ricorda anche il silenzio sulla questione accrediti dell’azienda Teatri, «dalla quale i consiglieri di opposizione sono stati esclusi». Infine Piero Gismondi pone l’accento sulla politica urbanistica: «Vanno avanti a suon di varianti che, con la nuova legge, possono passare solo in giunta ma così facendo si violenta la città: decine di varianti con piani di recupero del borgo marinaro applicati con il Piano casa fanno raddoppiare le cubature».

 

 

 

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Corriere Adriatico