Pugni e calci al figlio 12enne perché non va bene a scuola: padre condannato

Pugni e calci al figlio 12enne perché non va bene a scuola: padre condannato
CIVITANOVA Pugni e calci al figlio 12enne perché non va bene a scuola, padre condannato a quattro mesi di reclusione. Il genitore era accusato di abuso dei mezzi di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

CIVITANOVA Pugni e calci al figlio 12enne perché non va bene a scuola, padre condannato a quattro mesi di reclusione. Il genitore era accusato di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina. I fatti finiti al centro del processo discusso venerdì dinanzi al giudice del Tribunale di Macerata Francesca Preziosi e al pubblico ministero Francesca D’Arienzo, risalgono a maggio del 2018 e sono avvenuti a Civitanova dove la famiglia risiedeva.

 

 

Secondo la ricostruzione accusatoria – il fascicolo è del pubblico ministero Stefania Ciccioli –, l’uomo, di origine straniera che oggi ha 48 anni, avrebbe inflitto al figlio all’epoca 12enne punizioni corporali e non a causa del suo basso rendimento scolastico. Per la Procura l’uomo avrebbe picchiato il figlio prendendolo a calci e pugni, lo avrebbe chiuso in camera senza farlo mangiare e tenendolo sveglio per una notte intera, poi lo avrebbe aggredito poggiandogli il viso sul cuscino e urlandogli contro. Era stata la madre del minore a riferire le punizioni subite dal figlio all’autorità giudiziaria attraverso una querela in cui aveva ricostruito l’ambiente familiare e soffermandosi poi sui comportamenti del coniuge nei confronti del ragazzino. Un giorno la donna rientrando in casa avrebbe sentito le urla del figlio, sarebbe quindi corsa da lui e avrebbe visto il marito che gli premeva il cuscino sul viso. Il giorno successivo, sempre secondo quanto denunciato dalla madre del minore, il marito aveva tenuto a digiuno il figlio non facendolo dormire fino alle 3 di notte. 
 

 
La denuncia 


A quel punto la donna aveva deciso di porre fine alle sofferenze del figlio portando all’attenzione della Procura quanto avvenuto in casa. Venerdì, dunque, il processo a carico del genitore è stato discusso dinanzi al giudice monocratico Francesca Preziosi. Il pubblico ministero Francesca D’Arienzo ha concluso la requisitoria chiedendo la condanna dell’imputato a quattro mesi e il giudice, all’esito della camera di consiglio ha accolto la ricostruzione del pubblico ministero così come la richiesta e ha condannato il 48enne a quattro mesi di reclusione. L’imputato era difeso dagli avvocati Marco Mariani e Luca Scoponi.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico