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CIVITANOVA - Mozione di sfiducia in due punti contro il presidente del consiglio comunale Fausto Troiani. L’hanno firmata i 9 consiglieri di opposizione e sarà discussa al primo consiglio comunale utile (non la seduta aperta del 14 gennaio sulla sicurezza). Il primo punto della mozione ruota attorno al fatto che «è universalmente riconosciuta l’opportunità etica e politica di autosospendersi dalla carica per potersi adeguatamente difendere più liberamente e, in questo caso, per evitare danni all’immagine dell’istituzione comunale della città».
Se al termine della discussione dovesse emergere la volontà di autosospendersi del presidente del consiglio o la maggioranza di centrodestra dovesse spingere per tale soluzione tanto da convincerlo a fare questo passo, allora subentrerebbero i due vicepresidenti nell’espletamento del ruolo, con la possibilità per Troiani di potersi riprendere lo scranno dovesse essere assolto, prosciolto o archiviato.
Rappresentanza istituzionale
«Nessun giustizialismo – precisa Francesco Micucci (Pd) – c’è un oggettivo problema di rappresentanza istituzionale. Troiani, come tutti, è innocente fino a prova contraria. Ma per un procedimento, seppur in primo grado, è stato riconosciuto colpevole per frasi ingiuriose e diffamatorie. In ogni caso, avrebbe dovuto fare un passo indietro per il bene della città. Invece ha risposto con un attacco nei nostri confronti». Di un problema «di etica pubblica» parla Roberto Mancini (Dipende da noi). «La nostra azione scaturisce proprio dalla difesa di un ruolo di garanzia come quello di presidente del consiglio comunale. E dovrebbe essere anche il primo interesse dell’amministrazione che, invece, ha confuso il governo della città con un atteggiamento padronale».
Il caso Boldrini
Mirella Paglialunga ribadisce che «Troiani è già stato condannato per le frasi contro la Boldrini», ed è per questo che si chiede un passo indietro, come ribadisce anche Letizia Murri (Ascoltiamo la città) che si appella alla maggioranza «per un atto di responsabilità di fronte ad un principio etico». Lavinia Bianchi (Siamo Civitanova) sottolinea ancora che «indipendentemente dalla nuova indagine, non può più rappresentare la città» e Silvia Squadroni (stesso gruppo) rileva come «si sia perso il senso civico nelle istituzione e si chiede «quale messaggio si dia alla città se ad una richiesta di autosospensione si risponde con toni minacciosi».
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Corriere Adriatico