Il cimitero delle imprese chiuse. Protesta di Confartigianato con mille lumini in piazza a Civitanova

La protesta
CIVITANOVA - Mille lumini in piazza XX Settembre a simboleggiare le aziende delle Marche scomparse in questo 2020. Mille storie che non ci sono più, svanite...

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CIVITANOVA - Mille lumini in piazza XX Settembre a simboleggiare le aziende delle Marche scomparse in questo 2020. Mille storie che non ci sono più, svanite nell’annus horribilis del Covid 19. E l’anno che è appena cominciato, se non si accelera sulle riaperture in sicurezza, potrebbe essere addirittura peggiore. È questo il senso del flash mob che si è svolto ieri pomeriggio in piazza XX settembre, organizzato da Confartigianato (Macerata, Ascoli Piceno, Fermo). Meno 237 imprese in provincia di Macerata, 73 a Fermo e 16 ad Ascoli Piceno. Meno 985 piccole imprese perse dal sistema Marche. Hanno preso la parola 12 rappresentanti delle varie categorie, quelle più colpite dagli effetti dei vari Dpcm, come bar, ristoranti, palestre, ambulanti, trasporti privati, lavanderie, wedding e moda, ma non solo. 

 

 
Sono intervenuti il presidente territoriale Renzo Leonori, il segretario Giorgio Menichelli, Piero De Santis (ristorazione), Francesco Cacopardo (pubblici esercizi), Daniele Zucchini (acconciatori/estetiste), Orietta Mancini (moda), Francesca Bracalenti (sartoria), Fabio Pianesi (commercio), Giacomo Delsere (commercio ambulante), Elsid Lumi (palestre), Filippo Pallotta (tour operator), Beatrice Stefoni (lavanderie). «Vogliamo dimostrare la vicinanza alle nostre imprese – ha detto il presidente Leonori –. Noi vogliamo ripartire, vogliamo iniziare a lavorare. Prevediamo un 2021 drammatico». «Il momento è drammatico, non possiamo più accettare questi colori, decisi il venerdì per la domenica – ha detto Piero De Santis a nome dei ristoratori –. Fateci riaprire subito a cena, spostiamo il coprifuoco ma fateci lavorare. Noi ci impegneremo ad essere garanti del rispetto delle regole». 


«Per tanti locali chiudere alle 18 significa non aprire per niente, penso a chi lavora con gli aperitivi e con il dopocena, come i pub», ha detto Francesco Cacopardo dei pubblici esercizi. «Siamo chiusi da 175 giorni – ha detto Elsid Lumi parlando a nome dei titolari di palestre e piscine –. Ci sono state date delle linee guide e ci siamo adeguati, spendendo somme di denaro ingenti. Non essere considerati “essenziali” sono brutte parole». Riaperture e sostegno economico concreto sono le cose che, in generale, chiedono tutti. I ristori non sono bastati. «Qui ci sono persone che parlano della vita quotidiana delle aziende – ha detto in conclusione il presidente regionale Giuseppe Mazzarella –. Servono progetti a breve termine per aiutare le imprese».

 

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Corriere Adriatico