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CIVITANOVA - «Nel progetto Eurobuilding (ribattezzatio dubito progetto Dubai, ndr.) entreranno in gioco portatori di interesse ed investitori dell’alberghiero, della cantieristica e della nautica. In primis i big marchigiani del settore».
Lo afferma Andrea Silipo, architetto, presidente Harbours srl, società di servizi che si occupa di progettazione tecnica e finanziaria per i porti turistici, e progettista della proposta presentata dall’azienda di Umberto Antonelli per il porto di Civitanova. Affidata al professionista la risposta ai rilievi mossi dal neonato comitato per il porto di Civitanova, rappresentato dagli avvocati Andrea Netti ed Emanuela Anconetani. Perplessità di ordine legale, economico e amministrativo.
«Va premesso – scrive Silipo – che ogni serio intervento professionale presupporrebbe una conoscenza della proposta di concessione avanzata da Eurobuilding in tutte le sue componenti e non nella sua versione giornalistica.
Questa la replica a chi teme l’ennesima incompiuta. Mentre alla domanda chi c’è dietro, oltre a «players marchigiani della nautica», indicate «le principali catene internazionali dell’alberghiero». Altro aspetto, quello normativo. «La legge di riferimento (decreto Burlando) dota l’ente pubblico di tutti gli strumenti per ogni tipo di verifica – sostiene il progettista – la valutazione sul progetto è affidata ad una Conferenza dei servizi, non ad un solo ente, ad ulteriore garanzia di trasparenza. Sono previsti passaggi ad evidenza pubblica, a cominciare dalle osservazioni che tutti possono presentare una volta pubblicato il progetto». Quindi il tema delle concessioni demaniali esistenti, che sarebbero sostituite da un’unica grande concessione di tutta l’area portuale di 99 anni alla Eurobuilding.
«La norma non prevede che per avanzare una richiesta di concessione si debba preliminarmente avere la disponibilità di un’area, questo vale solo per i rinnovi. Qui stiamo trattando di porti turistici considerati “opere pubbliche”, quindi esistono le possibilità di revoca ai concessionari attuali in presenza di superiori interessi pubblici. Infine, ricordo che si può uscire dalle diverse crisi (per Civitanova vedi le difficoltà del settore calzaturiero) solo affrontando radicali cambiamenti del preesistente assetto sociale, economico e territoriale con coraggiosi e lungimiranti interventi di riqualificazione: vedasi l’esempio recentissimo del porto di Ventimiglia».
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Corriere Adriatico