Civitanova, rischia di soffocare a scuola: la collega le salva la vita

Monia Cerretani, la maestra eroina
CIVITANOVA - Un corso di disostruzione delle vie aeree frequentato nei mesi scorsi a scuola ha consentito a una maestra di salvare la vita a una collega che stava soffiocando....

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
CIVITANOVA - Un corso di disostruzione delle vie aeree frequentato nei mesi scorsi a scuola ha consentito a una maestra di salvare la vita a una collega che stava soffiocando. E' quanto successo ieri mattina a Civitanova. Protagonista dell'episodio Monia Cerretani, insegnante della scuola primaria “Anita Garibaldi” di via Ugo Bassi, che  è riuscita a far respirare una collega che stava diventando cianotica dopo un boccone andato di traverso. 

Monia Cerretani, con la voce ancora rotta dall’emozione, ripercorre l’episodio. «Stavo facendo alcune fotocopie nei locali della bidelleria, quando ho sentito delle grida disperate di aiuto. Era la donna che vende la pizza agli alunni. Mancava poco alla ricreazione. Esco e vedo la collega che non riusciva a respirare. Stava mangiando un’arancia ed evidentemente un boccone le era rimasto in gola. Era cosciente ma il colorito del volto stava cambiando. Lo scorso settembre, proprio nella scuola, si è tenuto un corso per la disostruzione delle vie aeree che io ed altre colleghe abbiamo seguito. Mentre ci si attivava per chiamare i soccorsi, ho eseguito la manovra di Heimlich, quella che, mettendosi alle spalle della persona in difficoltà, prevede una pressione con il pugno all’altezza dello sterno».
«Non l’avevo mai fatta prima, se non nelle simulazioni durante il corso. Fortunatamente è andata bene. Ho continuato finché la collega non ha ripreso a respirare, seppur faticosamente nei primi momenti. Quindi ho parlato al telefono con l'operatore del 118 che nel frattempo era stato chiamato. Ho illustrato quanto avevo fatto, ho descritto le condizioni della collega, seguendo le indicazioni al telefono, mi sono assicurata che la respirazione fosse tornata regolare. Così non c'è stato bisogno dell’intervento dell’ambulanza». 
  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico