Presa la banda dei furti, otto fermi. I malviventi avevano colpito anche all'ippodromo

Un controllo dei carabinieri
MACERATA - Colpo all’ippodromo Mori, incastrata la banda. Solitamente i componenti compivano rapine fingendosi carabinieri, ma mettevano a segno anche furti e spaccate. Uno...

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MACERATA - Colpo all’ippodromo Mori, incastrata la banda. Solitamente i componenti compivano rapine fingendosi carabinieri, ma mettevano a segno anche furti e spaccate. Uno degli episodi criminali che viene contestato alla banda criminale è appunto quello avvenuto lo scorso febbraio all’ippodromo Mori, tra le campagne di Civitanova Alta.

 

La banda, che ha imperversato tra Toscana, Umbria, Lazio e Marche, è stata sgominata con l’operazione denominata “Ostentazione”, condotta dai carabinieri della compagnia di Siena e coordinata dalla Procura della stessa città toscana. 
I militari dell’Arma hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura per il pericolo di fuga, nei confronti di otto individui accusati, a vario titolo, di rapina, furto aggravato e ricettazione. In totale diciannove le persone indagate. Le indagini hanno portato a individuare un gruppo criminale con numerose basi logistiche, ritenuto responsabile di furti e rapine in diverse zone del territorio nazionale. Le indagini, coordinate dal procuratore capo Salvatore Vitello e dal sostituto procuratore Siro De Flammineis, sono scattate in seguito ad alcuni colpi avvenuti l’estate scorsa in provincia di Siena.
Sono stati, dunque, ricostruiti una serie di episodi che vengono contestati alla banda criminale: dieci i colpi messi a segno. Tra questi, come si diceva, il raid all’ippodromo. Secondo quanto era stato poi ricostruito i malviventi avevano forzato le porte delle sellerie, nella scuderia, e avevano portato via finimenti per cavalli, vale a dire le selle, le redini e le imbracature, soltanto per citare alcuni degli accessori, indossati dai cavalli.


Poi si erano allontanati, evidentemente sicuri di non essere visti, facendo perdere le loro tracce tra le campagne circostanti l’ippodromo Mori: una zona poco frequentata sia di giorno che di notte. Il giorno dopo, al mattino, i proprietari dell’ippodromo si erano accorti che dalle scuderie mancavano diversi accessori per cavalli. Non era la prima volta che capitava. Gli autori della banda, con palette e pettorine rubate si fingevano anche carabinieri e fermavano gli automobilisti che poi rapinavano portandogli via portafogli, gioielli, telefoni e oggetti preziosi. Ma erano specializzati anche in spaccate ai danni di bancomat.

 

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Corriere Adriatico