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CIVITANOVA - Insultò il papa, colpo di scena nel processo a carico del vicesindaco Fausto Troiani, per il giudice la messa alla prova non è ammissibile, udienza rinviata ad aprile. Ieri mattina in aula il medico civitanovese accusato di aver offeso l’onore e il prestigio di papa Francesco, (a Troiani viene contestato anche l’articolo 8 dei Patti lateranensi) con un post su Facebook, tramite l’avvocato Gian Luigi Boschi – sostituito in aula dal collega Vanni Vecchioli - ha presentato il programma per la messa alla prova, ovvero il calendario dei lavori di pubblica utilità che il vicesindaco avrebbe dovuto svolgere alla Croce Verde per ottenere l’estinzione del reato.
Il programma aveva passato anche il vaglio dell’Ufficio di esecuzione penale esterna, ma il giudice Francesca Preziosi, al termine della camera di consiglio, ha rigettato la richiesta perché non concedibile per il reato contestato.
I fatti contestati risalgono al 10 novembre del 2018 quando Troiani aveva scritto dal proprio profilo Facebook utilizzando il computer a lui in uso, diverse stilettate più o meno offensive nei confronti di vari politici e personaggi pubblici da Moscovici a Macron fino alla Merkel. «Perché l’Italia dovrebbe essere succube della volontà di certi personaggi?», aggiunse il vicesindaco per poi rivolgersi al papa Francesco: «Per non parlare di Francesco e del suo staff di pedofili».
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