Cannabis light, 4 assoluzioni. Per il giudice «il fatto non costituisce reato». I prodotti sequestrati in 3 negozi

Un'aula del tribunale
CIVITANOVA - Vendita di cannabis light, assolti i quattro imputati. Il Gup Claudio Bonifazi ha assolto ieri con la formula “perché il fatto non costituisce...

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CIVITANOVA - Vendita di cannabis light, assolti i quattro imputati. Il Gup Claudio Bonifazi ha assolto ieri con la formula “perché il fatto non costituisce reato” Marco Mari, civitanovese di 42 anni, Alessandro Mori, 29enne di Montegranaro, Andrea Tasso, 32 anni di Civitanova e Lorenzo Castignani, 31 anni anche lui di Civitanova.

 
Erano tutti accusati di spaccio dopo che a settembre del 2019 gli agenti della questura di Macerata sequestrarono in tre negozi (“Tutto Canapa” di Mari di cui Mori era fornitore, “Cb dream” di Tasso e “Indoornova” di Castignani) parte dei prodotti messi in vendita, nello specifico infiorescenze di cannabis di marche diverse che a seguito di controlli in laboratorio erano risultate avere un Thc superiore al consentito (0,5%). Per tutti dunque era scattata l’accusa di spaccio. Ieri l’udienza preliminare.

I quattro tramite i rispettivi legali Francesco Mantella, Vando Scheggia, Paolo Cognini e Carlo Alberto Zaina hanno chiesto e discusso il procedimento con rito abbreviato. Il pm Enrico Barbieri ha chiesto la condanna di Mari e Mori a sei mesi e di Tasso e Castignani a quattro mesi. Il Gup Claudio Bonifazi li ha assolti tutti. «All’epoca, ovvero prima del pronunciamento delle Sezioni Unite – ha commentato l’avvocato Scheggia -, fino allo 0,5% di Thc si poteva vendere, in alcuni prodotti trovati nei cannabis shop le percentuali erano dello 0,51 o dello 0,57%. Applicando un principio di offensività di quei prodotti ma io direi di buon senso e ragionevolezza, il giudice li ha assolti. Per vendere avevano l’autorizzazione del Comune e la licenza della questura». 


«La crociata contro i mulini a vento dell’allora questore Antonio Pignataro e dell’allora procuratore Giovanni Giorgio è tutta finita in una bolla di sapone - conclude Scheggia -. Il mio cliente ha chiuso il negozio rimettendoci oltre 20.000 euro e chi frequentava il negozio per consumare la cannabis allo 0,5% sarà tornato dallo spacciatore del mercato nero dove il Thc della cannabis si avvicina al 20%». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico