Civitanova, bomba artigianale davanti al ristorante La Serra: collaboratore di giustizia sotto accusa

Civitanova, bomba artigianale davanti al ristorante La Serra: collaboratore di giustizia sotto accusa
CIVITANOVA - Bomba artigianale davanti al ristorante “La Serra”, collaboratore di giustizia accusato di tentata estorsione. Si è celebrata ieri dinanzi al gup...

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CIVITANOVA - Bomba artigianale davanti al ristorante “La Serra”, collaboratore di giustizia accusato di tentata estorsione. Si è celebrata ieri dinanzi al gup Domenico Potetti e al pm Rita Barbieri l’udienza preliminare a carico di un collaboratore di giustizia di 53 anni, calabrese, accusato di aver piazzato una bomba realizzata da lui stesso insieme ad un’altra persona rimasta ignota, davanti al noto locale civitanovese.  


Le accuse che il pm Enrico Riccioni (titolare del fascicolo) contesta all’uomo, tutt’ora detenuto in carcere, sono tentata estorsione e detenzione di materiale esplosivo. I fatti contestati risalgono a gennaio del 2020. Per la Procura il collaboratore, insieme ad un’altra persona non identificata, aveva tentato di costringere Emanuele e Moreno Ascani gestori de “La Serra” a pagargli una somma imprecisata di denaro o, in alternativa, a farlo entrare in qualità di socio nella compagine organizzativa dell’attività commerciale. Per convincerli non sarebbe andato tanto per il sottile: il 24 gennaio 2020 piazzò l’ordigno esplosivo davanti all’ingresso del ristorante. La bomba era stata fabbricata artigianalmente, mescolando all’interno di un involucro dotato di miccia, un composto chimico comunemente utilizzato come fertilizzante in agricoltura con altre sostanze (zucchero o gasolio) in grado di provocarne la detonazione una volta attivato l’innesco.

Moreno Ascani parte civile


Ieri mattina Moreno Ascani si è costituito parte civile con l’avvocato Gabriele Cofanelli ed Emanuele Ascani con l’avvocato Massimiliano Cofanelli. Il legale del collaboratore di giustizia, l’avvocato Giuseppe Cichella, ha richiesto un breve rinvio per formalizzare la scelta di un rito alternativo e il giudice ha rinviato al 1° marzo 2023. A margine dell’udienza gli avvocati Cofanelli hanno puntualizzato come l’ordigno «non avesse una particolare potenzialità offensiva e con ogni probabilità avesse rappresentato il preludio di una attività criminosa immediatamente sventata grazie all’intervento della polizia giudiziaria in unione all’operato della magistratura inquirente».

 

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Corriere Adriatico