Auto carbonizzate nel rogo doloso: il piromane resta in carcere, giallo sul movente

Auto carbonizzate nel rogo doloso: il piromane resta in carcere, giallo sul movente
CIVITANOVA - Non è stata ancora fissata l’udienza di convalida dell’arresto dell’albanese di 40 anni, ritenuto dagli inquirenti il piromane che...

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CIVITANOVA - Non è stata ancora fissata l’udienza di convalida dell’arresto dell’albanese di 40 anni, ritenuto dagli inquirenti il piromane che l’altra notte ha appiccato il fuoco tra due auto parcheggiate nel tratto tra via delle Rete e piazza San Martin, distruggendone tre (una Hyundai i20, una Bmw serie 1 e una Mercedes classe E) e danneggiando una quarta, una Mercedes classe B 150. F

 

ondamentali nell’identificazione dell’uomo, che era agli arresti domiciliari per una serie di danneggiamenti e di vandalismi commessi lo scorso agosto in centro, si sono rivelate la testimonianza del giovane finanziere, militare cinofilo della Compagnia di Civitanova, che per primo ha dato l’allarme cercando di spegnere le fiamme in attesa dell’arrivo dei vigili del fuoco, e i filmati delle telecamere nella zona. Al momento resta da chiarire cosa ci sia dietro la vicenda. «Sono in attesa di sapere quando sarà fissata la convalida, non ho ancora avuto modo di parlare con lui – ha detto l’avvocato Francesca Sbriccoli, che difende l’albanese – Ha inteso nominare me come avvocato difensore, dopo averlo seguito già nelle precedenti vicende». Poche ore dopo l’incendio, il quarantenne era stato raggiunto nella sua abitazione, a poca distanza dal punto dove si sono verificati i roghi. L’altro ieri pomeriggio il quarantenne è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria. L’uomo è stato portato a Montacuto ed è stato anche denunciato a piede libero per essersi sottratto agli obblighi dei domiciliari, ai quali era sottoposto. L’uomo era finito nei guai nelle scorse settimane dopo i danneggiamenti in centro ai danni della farmacia Angelini, le cui pareti erano state imbrattate, e alla Mercedes di un amico dell’ex presidente del consiglio comunale, alla vetrata del bar Infinity Caffè di corso Vittorio Emanuele e a quella del centro Wind-Tre di largo San Francesco di Sales, in zona Cecchetti. Le indagini proseguono.

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Corriere Adriatico