Uccise il cugino sul lungomare, tunisino condannato a 15 anni di reclusione

Uccise il cugino sul lungomare, tunisino condannato a 15 anni
CIVITANOVA Uccise il cugino (di secondo grado) sferrandogli una coltellata al torace sul lungomare Sud, ieri mattina Saidi Haithem è stato condannato a 15 anni e mezzo di...

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CIVITANOVA Uccise il cugino (di secondo grado) sferrandogli una coltellata al torace sul lungomare Sud, ieri mattina Saidi Haithem è stato condannato a 15 anni e mezzo di reclusione. Lo ha deciso il giudice dell’udienza preliminare Claudio Bonifazi all’esito della camera di consiglio. Il pubblico ministero Stefania Ciccioli aveva chiesto 16 anni e 4 mesi di reclusione, mentre i difensori, gli avvocati Francesco De Minicis e Giuliano Giordani avevano insistito sulla concessione delle attenuanti generiche concludendo con la richiesta del minimo della pena

 

L’omicidio era avvenuto nella tarda serata dell’8 agosto 2022 nelle vicinanze del parco Palatucci. Haitem, tunisino 27enne all’epoca domiciliato a Porto Sant’Elpidio, aveva raggiunto Civitanova per un chiarimento con un cugino di secondo grado, il 30enne Rachid Amri, anche lui domiciliato nel Fermano. La discussione tra i due tunisini si era fatta sempre più accesa finché Haithem estrasse un coltello e sferrò un fendente contro il cugino. Un colpo solo che raggiunse la vittima al cuore uccidendolo nel giro di pochissimo. Il 30enne infatti era stato portato nell’immediatezza in ospedale ma giunto ormai in condizioni disperate al pronto soccorso i medici non poterono fare nulla per evitare il tragico epilogo.

Sul luogo dell’omicidio nel frattempo intervennero gli agenti del locale commissariato insieme ai colleghi della Squadra Mobile e poco dopo anche il pubblico ministero di turno Stefania Ciccioli raggiunse il luogo teatro del delitto coordinando le indagini condotte dagli agenti insieme ai carabinieri. Erano stati questi ultimi nelle ore successive a individuare e fermare l’assassino. Ad Haithem, attualmente recluso nel carcere di Ascoli, veniva contestato il porto del coltello e l’omicidio volontario.

L'assenza di aggravanti

 

Proprio l’assenza di aggravanti contestate ha permesso ai difensori di chiedere il rito abbreviato (con conseguente sconto di pena) e ieri il procedimento è stato discusso. In aula era presente anche Haithem, che ha dato la propria versione al giudice. Ha riferito di essere stato accusato da Amri di avergli insultato la madre e per questo la vittima gli aveva dato appuntamento a Civitanova. «Era arrabbiato e avvinazzato – ha proseguito De Minicis –, per questo Haithem è andato con un amico e armato di coltello». Il 27enne ha poi aggiunto di aver inferto dei tagli leggeri al cugino, questo aveva reagito colpendolo in testa con un bastone e a quel punto Haithem aveva sferrato il fendente letale.

«Dolo d'impeto»

 

«Si è trattato di un dolo d’impeto – ha spiegato l’avvocato De Minicis fuori dall’aula –, ma poi si è subito adoperato per soccorrere la vittima. Si vede anche dalle telecamere, dopo l’aggressione escono dal giardino Haithem con il suo amico seguiti dall’amico di Amri. Cercano una macchina per portare il ferito in ospedale e quando la vittima viene soccorsa, lui va via. Ha anche parzialmente risarcito i familiari di Amri, per tutti questi motivi, a nostro avviso, era meritevole delle attenuanti generiche». «Ci riserviamo di leggere le motivazioni della sentenza e valutare se impugnare o meno in Appello», ha poi aggiunto De Minicis. 



I legali insieme al loro assistito valuteranno se portare la vicenda all’attenzione dei giudici della Corte d’Appello di Ancona per ottenere il riconoscimento delle attenuanti generiche (che diminuirebbe la pena finale) oppure rinunciarci e ottenere l’ulteriore sconto di pena previsto. Con l’entrata in vigore della riforma Cartabia, infatti, è previsto un ulteriore sconto di pena (oltre a quello concesso per il rito abbreviato) pari a un sesto in caso di rinuncia all’impugnazione in secondo grado, quindi nel caso di Haitem, se dovesse rinunciare all’Appello la pena scenderebbe a circa 13 anni. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico