Civitanova, aggredita per parcheggio conteso: salvata da cittadino cinese

Civitanova, aggredita per parcheggio conteso: salvata da cittadino cinese
CIVITANOVA Lite furibonda al centro commerciale per un parcheggio conteso, un automobilista mette le mani addosso ad una donna. Un passante, un trentanovenne cinese, assiste alla...

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CIVITANOVA Lite furibonda al centro commerciale per un parcheggio conteso, un automobilista mette le mani addosso ad una donna. Un passante, un trentanovenne cinese, assiste alla scena e non ci pensa due volte. In mezzo a tanta indifferenza, interviene e divide i due automobilisti. È Hu Jianbo l’asiatico protagonista di questa vicenda, che suo malgrado si è ritrovato nel bel mezzo di una aggressione.


«È successo la settimana scorsa, nel parcheggio sopra al Cuore Adriatico – ha raccontato Jianbo, che vive in Italia da 21 anni e che da poco è diventato papà –. Erano più o meno le 20, pioveva e c’era tanta nebbia. Io ero uscito per comprare il latte per mio figlio. Avevo finito di fare la spesa e la stavo caricando in macchina quando ho visto un ragazzo fermo su un posto libero, che aspettava il padre con la macchina. Voleva parcheggiare lì ma ad un certo punto è arrivata una signora, più o meno sulla cinquantina, che era in auto con la figlia e ha parcheggiato lei proprio in quel posto». Una situazione che capita, e non di rado. «Hanno cominciato ad urlare. Li ho visti litigare, poi la donna ha preso il telefono per fare una foto al numero della targa e l’uomo, che era grosso e alto, ha reagito violentemente cercando di prendere il telefono. Li ho visti che sono venuti alle mani. Così sono intervenuto subito. Ho preso l’uomo per un braccio, l’ho tirato via e gli ho detto: “Non si fa così, – ha raccontato il trentanovenne – Questo è litigare per niente”. Ho visto gli occhi terrorizzati della ragazzina, che era la figlia della donna, e mi sono sentito in colpa». Non tutti, però, hanno pensato di fare la stessa cosa, anzi. I filmati delle telecamere di videosorveglianza hanno immortalato tutt’altro. «A quell’ora il centro commerciale era pieno. Tutti si fermavano un attimo, guardavano e poi se ne andavano – ha detto Jianbo –. Io ho fatto diversamente. È mio dovere aiutare le persone».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico