Bollette choc, austerity in monastero. La decisione delle monache: tagli a riscaldamento e illuminazione

Bollette choc, austerity in monastero. La decisione delle monache: tagli a riscaldamento e illuminazione
CINGOLI - Vengono accesi poco più di un’ora i riscaldamenti di sera, prima di andare a letto, per rendere meno fredde le camerette: nel resto della giornata gli...

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CINGOLI - Vengono accesi poco più di un’ora i riscaldamenti di sera, prima di andare a letto, per rendere meno fredde le camerette: nel resto della giornata gli interruttori del metano rimangono spenti. Così come le luci, con l’accensione ridotta del 90% sia in chiesa che nei pochi locali frequentati.

 

Si è fatta ancora più dura la vita delle nove monache, tre italiane e sei nigeriane, che risiedono nel monastero di Santa Sperandia. Monache che sono custodi gelose delle spoglie mortali di Santa Sperandia, collocate in una teca all’interno della chiesa. 
Il costo di gas e luce è aumentato in maniera vertiginosa rispetto all’anno scorso. E non c’è nessuno sconto neanche per le monache. Con le offerte è praticamente impossibile far fronte a tutte le spese, visto che sono sempre meno, come le persone che vanno in chiesa. L’unica strada per cercare di superare l’inverno è risparmiare il più possibile.

E allora come fanno le suore del convento di Santa Sperandia a vivere giorno e notte in un monastero di notevoli dimensioni come quello di Cingoli? Niente miracoli. Pregano molto, si coprono indossando più maglioni e sul letto mettono più coperte. Questo è quello che possono fare. I riscaldamenti vengono accessi in chiesa solo per la messa della mattina (parliamo di circa 45 minuti) e poi vengono spenti e la stessa cosa vale per le luci e i lampadari della chiesa.

Quando le monache si riuniscono per pregare nella cappellina interna accendono una stufetta elettrica. Il monastero non ha un impianto di riscaldamento centralizzato (questo è già una fortuna) e ciò consente di gestire meglio i pochissimi locali utilizzati dalle suore come nel caso delle camerette che di sera vengono scaldate per poco più di un’ora. Ma tutto il resto dell’edificio rimane al freddo. Ci sono stanze che non vengono mai frequentate e rimarranno chiuse fino alla prossima estate. 

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Corriere Adriatico