Resta aperto a cena per protesta contro le chiusure, multati un ristoratore e due clienti

Lorenzo Bravi, l'autore della protesta poi multato
CINGOLI - «Continuerò la mia attività con la ristorazione mobile, il cosiddetto “food-truck”, con il mio camioncino e una cucina attrezzata per...

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CINGOLI - «Continuerò la mia attività con la ristorazione mobile, il cosiddetto “food-truck”, con il mio camioncino e una cucina attrezzata per preparare e consegnare i pasti che ho acquistato alcuni mesi fa proprio in prospettiva di nuove restrizioni legate al Covid-19. È un modo di offrire un servizio diverso, a domicilio. Spero che me lo facciano fare». Sono le prime dichiarazioni del ristoratore cingolano Lorenzo Bravi, titolare del Boccale d’oro in località Cervidione di Cingoli, multato martedì sera dai carabinieri della locale stazione. I militari, intorno alle 20, hanno trovato il suo locale aperto, con all’interno due clienti. 

 

 

Secondo le forze dell’ordine i due clienti stavano consumando delle bevande: sono scattati 400 euro di multa, ridotta del 30% se pagata entro 5 giorni, per tutti i presenti (titolare e clienti) e cinque giorni di chiusura per l’esercizio. Il ristoratore nei giorni scorsi aveva manifestato attraverso i social l’intenzione di tenere aperto sia a pranzo che la sera spiegando anche le sue motivazioni. «Mi devono dire per quale motivo a pranzo posso stare aperto nel rispetto delle normative anti contagio e la sera con le stesse disposizioni devo rimane chiuso. Qual è la differenza tra pranzo e cena?», aveva commentato il cingolano. 

Il giovane ristoratore continua a difendere la sua attività, che è riuscito a rilanciare. Si tratta di uno dei locali più gettonati e conosciuti del territorio, anche fuori provincia. «Sono otto anni che dirigo questo locale e l’ho fatto mettendoci sempre anima e cuore - dice Bravi -. Dopo i primi anni, considerato che a pranzo non c’era movimento, ho deciso di aprire il locale solo la sera. E la scelta, almeno fino all’arrivo della pandemia, è risultata azzeccata. Non conveniva tenere aperto a pranzo e così ho puntato tutto sulla cena. Sono profondamente deluso da chi ci governa, che spende soldi per i monopattini e fa chiudere le attività. È un’Italia che non funziona. Con tutti questi giorni “colorati” che non ti permettono di organizzare neanche due giorni di lavoro». 

«Ogni mattina che ti alzi dal letto - prosegue Bravi - sei costretto ad affrontare una serie di cambiamenti che ti rovinano la giornata. E poi un giorno puoi andare in un altro comune e il giorno dopo non ti puoi muovere da casa. È una situazione insostenibile». Il ristoratore prosegue. «Io non voglio il ristoro ma voglio lavorare. Ho speso più di 40 mila euro per acquistare il camioncino con a bordo la cucina e partire anche con la ristorazione mobile, proprio per far fronte alla nuova ondata del virus – conclude il ristoratore - e inizierò con questa ristorazione a domicilio. Vediamo quello che succede giorno dopo giorno».

Poi l’altro ieri sera il controllo dei carabinieri, nel corso della specifica attività finalizzata alla verifica del rispetto delle restrizioni imposte dal Dpcm e volta a contrastare la diffusione del Coronavis. Un servizio di controllo a tutela della salute pubblica in un periodo caratterizzato da una nuova recrudescenza dei contagi. 



I carabinieri hanno anche multato un uomo di Macerata che stava girando in auto dopo le 22 nonostante il coprifuoco. Per lui doppia sanzione per un totale di 690 euro. 
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Corriere Adriatico