Addio a don Nello Tranzocchi, stroncato dal Covid: il parroco dei terremotati si è spento a 80 anni

Addio a don Nello Tranzocchi, stroncato dal Covid: il parroco dei terremotati si è spento a 80 anni
CASTELSANTANGELO SUL NERA  - Si è spento il parroco di Castelsantangelo sul Nera, Pieve Torina e Monte Cavallo. Monsignor Nello Tranzocchi si è arreso al Covid...

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CASTELSANTANGELO SUL NERA  - Si è spento il parroco di Castelsantangelo sul Nera, Pieve Torina e Monte Cavallo. Monsignor Nello Tranzocchi si è arreso al Covid ieri mattina all’alba, nel letto d’ospedale dove era ricoverato da qualche giorno, dopo che le sue condizioni si erano aggravate. La diocesi di Camerino-San Severino Marche, perde uno dei suoi parroci battaglieri e più amati.

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Aveva compiuto 80 anni lo scorso 11 gennaio, era in buone condizioni di salute, aveva affrontato qualche acciacco dovuto all’età in passato, superandolo sempre bene, tanto che era molto attivo nella vita parrocchiale dei diversi comuni che seguiva. La scorsa settimana si era sparsa nell’Alta Valnerina la notizia della sua positività al Covid, in tanti avevano pregato e sperato per lui. Dopo il terremoto ha vissuto in una soluzione abitativa di emergenza a Castelsantangelo, dove era voluto andare (gli era stata consegnata nel 2018), fianco a fianco dei suoi parrocchiani. Si era fatto portavoce anche a livello nazionale della necessità di avere luoghi, anche temporanei, dove celebrare la messa. Un punto di riferimento per i tanti anziani rientrati dopo il sisma nelle Sae.

Era sempre presente tra la gente. Era stato vicario generale della diocesi di Camerino-San Severino Marche, sotto il vescovo Francesco Giovanni Brugnaro, che lo aveva nominato in quel ruolo nel 2010. Era nato a Fiordimonte, dopo aver seguito gli studi teologici era stato ordinato sacerdote il 14 agosto 1965. Ha esercitato l’inizio del suo ministero a Roma, come cappellano militare nel servizio di Ordinariato militare per l’Italia, impegnandosi anche nel recupero di tossicodipendenti ed alcolisti nell’ambiente militare, come responsabile della promozione umana nell’ordinariato, con il Ceis di Roma e la comunità Incontro. 


Un’esperienza, la sua, dura e difficile, che aveva voluto riportare nella sua terra di origine, fondando nel 1987 il centro di solidarietà “Vita nuova” di Muccia, dando vita ad una serie di gruppi di auto-aiuto, con incontri in diverse città della provincia, sui temi della prevenzione e delle dipendenze, che sono una risorsa concreta per coloro che si trovano a dover affrontare queste problematiche. Un’attività costante e continua la sua, senza quei clamori che non amava, da uomo solido e concreto qual era.

 

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Corriere Adriatico