Casette, Ussita batte cassa. Dovranno pagare alcuni cittadini che prima del terremoto vivevano in affitto

Un villaggio delle Sae nel cratere del sisma
USSITA - Gli occupanti delle soluzioni abitative di emergenza dovranno pagare un canone di affitto ad Ussita se prima del terremoto vivevano in una casa presa in locazione e se...

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USSITA - Gli occupanti delle soluzioni abitative di emergenza dovranno pagare un canone di affitto ad Ussita se prima del terremoto vivevano in una casa presa in locazione e se non hanno firmato, insieme ai proprietari di quelle abitazioni, l’impegno a rientrare alle stesse condizioni che avevano sottoscritto prima delle scosse del 2016. Agli inquilini di alcune Sae sono arrivate le lettere del Comune. A denunciare la situazione sono Diego Camillozzi e Ludvina Cinti dell’associazione “La terra trema noi no”.

 

Una famiglia di cinque persone pagherà dal primo marzo prossimo 92,49 euro per la Sae di 80 metri quadrati, e dovrà versare pure in forma rateizzata al Comune 2.350 euro di arretrati per l’affitto della casetta dal 16 gennaio 2021 al 28 febbraio 2023. In un altro caso ad Ussita, per un’abitazione di 60 metri quadri, è stato richiesto un canone di 69,37 euro mensili e arretrati per 2.196 euro, dall’11 luglio 2020 al 28 febbraio 2023. In questo caso, il Comune di Ussita ha fatto scattare quanto previsto dall’articolo tre comma sei dell’ordinanza 614 del 2019, il pagamento dell’affitto della Sae, in base alle quote fissate dalla Regione Marche. Camillozzi e Cinti prendono posizione: «Al momento è solo Ussita ad applicare questa normativa, altrimenti la Regione a quanto ne sappiamo, avrebbe invitato tutti i Comuni a farlo. Stiamo approfondendo la questione dal punto di vista legale, ma nei chiarimenti all’ordinanza 614 si parla del fatto che chi è in comodato d’uso o in affitto possa percepire, pur non avendo firmato l’impegno a rientrare nella propria abitazione in cui dimorava in affitto, una quota forfettaria del Cas. Si potrebbe ipotizzare una disparità di trattamento, ma stiamo valutando tutti questi aspetti con un professionista. Far pagare l’affitto delle Sae in un caso come questo, porta a prevedere una cifra non contrattualizzata in precedenza. Non si capisce perché l’affitto sia retroattivo e non parta dall’entrata in vigore della normativa. Diverso il caso delle Sae riassegnate anche qui con la stipula di un contratto. In questo caso il contratto non c’è e quindi non si capisce perché  debbano essere richiesti gli arretrati. È assurdo chiedere soldi a gente che non sapeva di doverli pagare, oltretutto senza aver fatto prima un contratto, approfondiremo tutti gli aspetti». Un’altra proposta che viene da Camillozzi e Cinti riguarda il Superbonus 110 per cento, per loro dovrebbero essere le Regioni colpite dal sisma a riacquistare i crediti, per sbloccare la situazione e far ripartire i cantieri.

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Corriere Adriatico