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CAMERINO - Procede in modo sostenuto la raccolta firme a favore dell’ospedale di Camerino, voluta dal comitato di cittadini che si sta battendo per la tutela e la salvaguardia della struttura sanitaria. Volontari hanno portato i blocchi firma in tutti i comuni della zona montana, in particolare nei bar e in diverse attività commerciali. È una vera e propria mobilitazione.
«La raccolta firme procede molto speditamente in tutti i comuni, diamoci sempre più da fare», ha commentato il presidente del comitato Angiolo Napolioni.
Nonostante le cospicue donazioni ricevute, tra cui una Tac di ultima generazione dalla Fondazione Bocelli, da altri imprenditori e dai privati, e anche se dotata di macchinari di ultima generazione, la struttura nel tempo ha perso una serie di servizi. È ridotta ad un solo medico la presenza ad ortopedia, la cui degenza è accorpata a chirurgia. Mancano i medici per ortopedia, per cui è in svolgimento il concorso di primario. L’intento dei cittadini del comitato è sorvegliare lo stato dei servizi, lanciando la richiesta alla Regione di ripristinare, una volta terminata l’emergenza della pandemia, tutti i servizi preesistenti nella struttura.
Con la prima assemblea e la costituzione ufficiale del comitato, questo gruppo di cittadini vuole chiedere ai vertici regionali di mantenere la centralità dell’ospedale per l’entroterra che conta una popolazione ad alto tasso di anzianità. Per sostenere la battaglia del comitato si può firmare a Macerata nella farmacia di Collevario, nei bar e nel panificio di Pieve Torina, nelle farmacie, bar, agrotecnica Paciaroni, centro sociale Bucaneve. A Muccia si firma al bar Carnevali ed al negozio Scipioni, autoscuola Meschini. A San Ginesio si può firmare nella farmacia Spadoni Petracci, lo stesso nella farmacia di Serravalle di Chienti, in quella di Caldarola, al bar Sibilla di Visso, al Salon Man di Urbisaglia, centro Vibian di Appignano e in altri comuni. La decisione di raccogliere le firme è stata presa durante la prima assemblea in cui si è costituito il comitato, lo scorso 25 settembre.
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Corriere Adriatico