Recuperato nel crepaccio il corpo di Daniele, il sindaco di Camerino proclama il lutto cittadino

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CAMERINO Mancava qualche minuto alle 17 di ieri quando gli uomini del Soccorso alpino valdostano hanno recuperato il corpo senza vita del 27enne alpinista di Camerino Daniele Catorci, caduto sabato scorso per 30 metri in un crepaccio sulla parete nord del Gran Paradiso in Valle d’Aosta. 

Domenica papà Andrea - che aveva immediatamente raggiunto la Valle d’Aosta insieme e mamma Paola per seguire da vicino le operazioni di recupero del figlio - con la voce rotta dal pianto aveva constatato il triste destino del giovane figlio: «Daniele è morto; speriamo di poter recuperare il suo corpo» aveva detto. Il giovane, laureato in chimica a Unicam e dottorando a Trento, era un grande appassionato di alpinismo e proprio tra le montagne è andato incontro al suo tragico destino. Era partito alle prime luci dell’alba di sabato dal rifugio Federico Chabod, insieme al compagno di cordata Saša Polimanti - 28enne di Monte San Giusto -, per raggiungere la parete nord del Gran Paradiso, a circa 3400 metri. 

 
 
Il giovane alpinista si è trovato sopra a un crepaccio coperto dalla neve quando questa ha ceduto e lui è sprofondato per circa 30 metri; Polimanti ha tentato di trattenere la corda del compagno ma invano. Alle 5:30 era scattato l’allarme e il Soccorso alpino valdostano e il Sagf della Guardia di Finanza avevano raggiunto il luogo dell’incidente; sin da subito le speranze di ritrovare in vita Catorci erano minime.
Sono stati tre giorni di lunghe ricerche e i soccorritori hanno dovuto fare i conti con l’asperità della zona a causa della strettezza e della profondità del crepaccio, delle temperature elevate e del rischio di crolli. Ieri pomeriggio, qualche minuto prima delle 17, il corpo di Catorci è stato recuperato e trasferito nell’obitorio di Courmayeur dove si è provveduto al riconoscimento. 

Una notizia che ha sconvolto l’intera comunità di Camerino. Il sindaco Sandro Sborgia, a nome dei cittadini e dell’amministrazione comunale, si è stretta ai genitori del 27enne e ha proclamato il lutto cittadino. «È un momento che viviamo con grande rispetto, c’è poco da dire – ha detto il primo cittadino – per cui non possiamo fare altro che stringerci al dolore dei familiari. Siamo costernati e disorientati davanti alla tragedia e siamo tutti vicini alla famiglia». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico