Il caso dell’Unione montana, il presidente Gentilucci bocciato dal Tar: ​Castelsantangelo e Monte Cavallo possono far parte dell’ente

Il caso dell’Unione montana, Gentilucci bocciato dal Tar: Castelsantangelo e Monte Cavallo possono far parte dell’ente
CAMERINO Annullato dal Tribunale amministrativo delle Marche il provvedimento con cui l’Unione montana Marca di Camerino, guidata dal presidente Alessandro Gentilucci, aveva...

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CAMERINO Annullato dal Tribunale amministrativo delle Marche il provvedimento con cui l’Unione montana Marca di Camerino, guidata dal presidente Alessandro Gentilucci, aveva respinto la richiesta presentata nel 2018 dai Comuni di Castelsantangelo sul Nera e Monte Cavallo di entrare a far parte dell’ente. I due Comuni, entrambi assistiti dall’avvocato Fabio Pierdominici, avevano presentato ricorso giurisdizionale. L’Unione montana si è avvalsa degli avvocati Gennaro Marino e Massimo Ortenzi, mentre non si è costituito il Comune di Serravalle di Chienti.

 

Il provvedimento annullato è la delibera di consiglio dell’Unione montana numero 24 del 17 dicembre 2021. Scrivono nella sentenza i giudici del Tar di Ancona: «Il provvedimento di diniego deve essere annullato. Dall’annullamento deriva l’obbligo dell’Unione montana di rideterminarsi sulla domanda di adesione del Comune di Castelsantangelo sul Nera». Analoga decisione è stata presa nella sentenza riguardante il Comune di Monte Cavallo. I due Comuni montani avevano presentato nel 2018 e 2019 domanda di adesione alla nuova Unione montana costituitasi nel 2015, sulle ceneri della disciolta comunità montana.

All’epoca diversi Comuni non aderirono, tra questi Bolognola, Visso, Ussita, Valfornace e appunto Monte Cavallo e Castelsantangelo sul Nera, tanto che l’Unione montana si costituì con i soli Comuni di Camerino, Fiastra, Muccia, Pieve Torina e Serravalle di Chienti, poi nel 2019 era stata accolta la richiesta di Ussita di entrare a farne parte.

Si legge ancora nella sentenza: «Alla fattispecie in esame appare applicabile la legge regionale che non solo si limita a richiedere l’approvazione dello statuto, ma la ritiene necessaria non per l’ammissione, ma per l’effettiva partecipazione, lasciando quindi intendere che è possibile un’approvazione successiva, l’Unione montana non può quindi negare l’adesione esclusivamente per la mancanza della maggioranza qualificata. Quindi l’istanza non poteva essere respinta».

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Corriere Adriatico