Presunti appalti truccati, la Guardia di finanza si costituisce parte civile

Il Tribunale di Macerata
CAMERINO - Appalti pubblici - secondo la Procura - aggiudicati illecitamente, il comando generale della Guardia di finanza si costituisce parte civile con l’avvocatura dello...

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CAMERINO - Appalti pubblici - secondo la Procura - aggiudicati illecitamente, il comando generale della Guardia di finanza si costituisce parte civile con l’avvocatura dello Stato e chiede 650.000 euro di risarcimento per danno di immagine e spese di indagine. I legali delle difese si sono opposti e i giudici del collegio (presidente Andrea Belli, giudici a latere Daniela Bellesi e Federico Simonelli) hanno ammesso la costituzione ma limitatamente alle contestazioni mosse a uno dei 15 imputati, un ex brigadiere all’epoca dei fatti in servizio al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Macerata. 

 

In totale sono un’ottantina i testimoni ammessi ieri che saranno sentiti nel corso dell’istruttoria a partire dal prossimo 5 dicembre quando saranno ascoltati in aula i primi cinque teste indicati dalla pubblica accusa ieri sostenuta dal sostituto procuratore Enrico Riccioni. Il 30 maggio prossimo invece udienza tecnica per il conferimento dell’incarico a un perito che dovrà trascrivere un’importante mole di intercettazioni.

Gli illeciti contestati sarebbero avvenuti tra il 2012 e il 2017. Nel procedimento figurano imprenditori edili, direttori dei lavori, società e l’ex finanziere accusato di rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, favoreggiamento personale, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, calunnia (due episodi) e truffa. L’indagine era stata condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria guidato all’epoca dal tenente colonnello Andrea Magliozzi, ufficiale che tra l’altro è una delle 12 persone offese individuate dalla procura, con il coordinamento dell’allora pubblico ministero Luigi Ortenzi.

I reati contestati a vario titolo vanno dall’associazione per delinquere alla turbativa d’asta, dalla rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio al favoreggiamento personale, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e truffa. Ieri, dunque, la Guardia di finanza si è costituita parte civile chiedendo 500.000 euro di risarcimento per danno di immagine e 150.000 euro per le spese sostenute per gli atti di indagine. Nel procedimento è parte civile anche il Comune di Sefro con l’avvocato Marco Bottacchiari.

Gli imputati, che respingono gli addebiti contestati, sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Gabriele e Massimiliano Cofanelli, Tiziano Luzi, Sandro e Andrea Giustozzi, Olindo Dionisi, Igor Giostra, Andrea Netti e Valentina Romagnoli, Francesco De Minicis e Mario Scaloni.
 

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Corriere Adriatico