Auto distrutta dal cinghiale a Caldarola, la Cassazione: «La Regione Marche paghi i danni»

Auto distrutta dal cinghiale a Caldarola, la Cassazione: «La Regione Marche paghi i danni»
CALDAROLA -Riportò danni all’auto causati dallo scontro con un cinghiale avvenuto a Caldarola, la Cassazione si pronuncia ancora a favore della responsabilità...

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CALDAROLA -Riportò danni all’auto causati dallo scontro con un cinghiale avvenuto a Caldarola, la Cassazione si pronuncia ancora a favore della responsabilità della Regione per i danni causati dalla fauna selvatica. Il 4 maggio del 2021, il Tribunale di Macerata aveva accolto l’appello proposto dalla Regione Marche riformando la sentenza del giudice di primo grado (il giudice di Pace) la quale, diversamente, aveva riconosciuto oltre alla legittimazione passiva dell’ente, anche la sua responsabilità per il risarcimento danni provocati dalla collisione di un veicolo con un cinghiale.

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In quella circostanza, infatti, il giudice di pace di Macerata, Alessandra Maria Guarnieri, aveva condannato la Regione sia a risarcire il danno all’automobilista, sia a pagare le spese di lite in favore di S.G., assistito dagli avvocati Marco Belli e Piero Piersimoni. A scendere più nel dettaglio sono stati i due legali: «Nella sentenza di primo grado, il giudice di pace di Macerata – scrivono in una nota congiunta - aveva affermato che la legittimazione passiva spettava alla Regione Marche, che le circostanze di fatto inerenti al sinistro stradale avevano trovato adeguato e plurimo riscontro nel corso dell’istruttoria espletata, che l’attraversamento dell’animale risultava del tutto imprevedibile ed inevitabile». La Regione, però, impugnò la sentenza emessa dal giudice di pace e la questione finì davanti al giudice del Tribunale di Macerata che, invece, si espresse a favore dell’ente. «Ai fini di far valere la propria pretesa risarcitoria – proseguono i legali –, il proprietario dell’auto adiva la Terza sezione civile della Corte di Cassazione che il 10 maggio scorso, concludeva per l’accoglimento delle sue istanze. Conformemente ai precedenti orientamenti della giurisprudenza di legittimità, la Corte ha cassato la sentenza del Tribunale di Macerata, accogliendo i motivi del ricorso e rinviando al Tribunale di Macerata, in persona di diverso magistrato, la decisione della controversia, nonché la liquidazione delle spese del giudizio di legittimità. La sentenza della Corte di Cassazione, pubblicata il 10 maggio scorso, quindi, conferma la “bontà” della sentenza di primo grado emessa dal giudice di pace di Macerata».

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Corriere Adriatico