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APIRO - Una passeggiata in montagna insieme al papà, alla zia e a un’amica di famiglia. Poi lo scivolone in un dirupo, sotto la grotta di San Francesco, a Pian dell’Elmo di Apiro. Sono iniziate così le tre ore di angoscia che ieri pomeriggio, tra le 14 e le 17, hanno tenuto col fiato sospeso l’intera regione alla ricerca di un bambino di sei anni di Osimo. Il lieto fine è arrivato solo più tardi, quando il sole che stava per calare aveva tinto di rosso il cielo tra i monti e le speranze di ritrovare il piccolo sembravano sempre più lontane.
Il vicesindaco di Apiro, Roberto Morelli gridava a squarciagola il nome del piccolo. «Eh» si è sentito rispondere dopo ore di ricerche in mezzo al bosco. Era il bambino che tutti stavano cercando. Vivo e con tanta voglia di raccontare ciò che gli era successo. «Domani i miei compagni di scuola mi vedranno sul giornale», ha detto al giovane amministratore che lo ha riportato, insieme ai soccorritori, alla sua famiglia. Erano circa le 14 quando è scattato l’allarme. Il piccolo, secondo una prima ricostruzione, era uscito dalla grotta di San Francesco dove si trovava insieme ai familiari e, giocando sulla neve, è scivolato lungo la parete Ovest del Monte San Vicino.
I soccorsi
Nel frattempo nella zona sono arrivati i soccorsi. Sul posto i vigili del fuoco di Macerata, Apiro e Tolentino con l’unità cinofila delle Marche, il soccorso Alpino e i carabinieri di Apiro, Matelica e San Severino, la radiomobile, i forestali di Cingoli e il 118. Era stato anche chiesto l’intervento di un mezzo dell’aeronautica militare. In volo anche Icaro. Del bambino non c’era traccia. Intanto, ai soccorsi specializzati, si è unito il vicesindaco insieme a due amici (Pacifico e Gabriella) con loro anche il cane Milo. «Queste zone per noi sono di casa e non potevamo restare con le mani in mano - dice Morelli -. Abbiamo iniziato a cercarlo seguendo le orme che ci hanno portato su un sentiero con almeno 40 centimetri di neve. Il piccolo ha superato una zona dove ci sono gli abbeveratoi per gli animali e ha proseguito verso la strada che porta a Elcito. A un certo punto avevo perso la speranza di ritrovarlo perché non vedevo più impronte fresche, fino a quando invece non si sono fatte sempre più fitte e ho sentito la sua voce rispondere alla mia chiamata».
Il cammino
Si dice che il ferro di cavallo sia un portafortuna. Questo il bambino non poteva saperlo, ma forse non è un caso se lungo il suo cammino ha trovato proprio un ferro di cavallo. «Lo portava in mano quando lo abbiamo ritrovato - racconta il vicesindaco -. Quando mi ha visto non era impaurito, stava bene. Mi ha chiesto dove fosse suo padre “Perché quando sento freddo mi si feriscono le mani” mi ha detto». Quando la notizia che era stato ritrovato vivo e in buone condizioni si è diffusa anche tra gli altri soccorritori, tutti hanno tirato un sospiro di sollievo. Il sole stava infatti per calare e con il buio la probabilità di ritrovarlo sarebbe stata davvero poca. Momenti interminabili nella zona dove si erano radunati tutti i soccorritori nell’attesa di poter rivedere il bambino.
Poi l’arrivo del fuoristrada con a bordo Roberto Morelli e il piccolo. Un abbraccio fortissimo quello con suo padre e poi con sua zia. Tanti i ringraziamenti al vicesindaco, incredulo ed emozionato. Il bambino è stato caricato poi in eliambulanza e trasportato al pronto soccorso dell’ospedale Salesi di Ancona, diretto dalla dottoressa Elisabetta Fabiani. Il bimbo è stato subito collaborativo e reattivo. Le sue condizioni generali sono buone, ma vista la caduta nel dirupo per alcuni metri, i medici hanno preferito sottoporlo ad analisi specifiche per escludere che si sia provocato delle lesioni. Quel che conta è che dopo il grande spavento ci sia stato il lieto fine che ha fatto tornare a tutti il sorriso.
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Corriere Adriatico