Scatena il caos in una farmacia del centro, 2 anni e 4 mesi per l’aggressore

Il tribunale di Macerata
MACERATA - Aveva bloccato un passante di 67 anni in pieno centro, senza motivo, lo aveva inseguito fin dentro la farmacia Filipponi in corso Garibaldi, lì aveva scatenato...

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MACERATA - Aveva bloccato un passante di 67 anni in pieno centro, senza motivo, lo aveva inseguito fin dentro la farmacia Filipponi in corso Garibaldi, lì aveva scatenato il caos, era fuggito e aveva aggredito due poliziotti. Ieri mattina Ion Maki, romeno 35enne in Italia senza fissa dimora, è stato condannato a due anni e quattro mesi di reclusione. La vicenda risale al pomeriggio del 18 settembre scorso. Un uomo di 67 anni, Claudio Biagiola, aveva raggiunto Macerata per assistere ad uno spettacolo in vicolo Illuminati, ma mentre si trovava in corso Garibaldi era stato afferrato a una spalla da un romeno. 

 

 
Spaventato e incredulo l’uomo era riuscito a divincolarsi e a scappare trovando riparo all’interno della farmacia del farmacista Lucio Campolungo. Raggiunto dal romeno, era scoppiato il caos. Il 67enne aveva cercato di nascondersi dirigendosi nel retrobottega ma quando Maki lo aveva visto gli aveva scagliato contro una bottiglia di birra che lo aveva colpito di striscio alla testa per poi mandare in frantumi una vetrinetta con prodotti farmaceutici all’interno. Il romeno dopo aver raggiunto la sua vittima aveva iniziato a percuoterla urlando frasi confuse sulla guerra e sui morti e in aiuto del 67enne era intervenuto il farmacista che nel frattempo aveva chiamato la polizia. Il romeno era quindi scappato nascondendosi in un cantiere. Raggiunto dagli agenti, si era scagliato contro di loro con una violenza inaudita. Per bloccarlo fu necessario l’intervento di un’altra pattuglia arrivata in supporto e del titolare della ditta edile impegnata nel cantiere, un 39enne di origini tunisine residente a Maceraa. Maki fu arrestato e il giorno dopo in aula chiese scusa per quello che aveva fatto dicendo però di non ricordare quanto accaduto. Al giudice aveva detto di aver lavorato come pastore nella zona di Colfiorito fino a pochi giorni prima. Poi era arrivato a Macerata trovando alloggio in un albergo ma non ricordava quale fosse. Ieri mattina nel processo per direttissima (è accusato di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e violenza privata) celebrato con rito abbreviato come richiesto dall’avvocato Mirela Mulaj, il pubblico ministero Marco Tarquinio Severini ha chiesto la condanna a 16 mesi di reclusione. 


Il giudice Federico Simonelli lo ha condannato a due anni e quattro mesi. Il legale ha chiesto la modifica della misura (dal carcere agli arresti domiciliari), il pm si è opposto, il giudice si è riservato. La decisione dovrebbe arrivare nelle prossime ore. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico