ACQUAVIVA PICENA - «Me l’hanno ucciso con le cattiverie». È in lacrime e ripete queste parole la madre di Francesco Parillo quando arriva sulla piazza che...
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Una piccola folla, una cinquantina di persone, composta e silenziosa. La bara entra in chiesa pochi minuti dopo le 15,30, e il clima è inevitabilmente teso. C’è attesa per le parole del sacerdote che arriva proprio da Matelica. È don Vincenzo, cappellano della Facoltà, che ha avuto il permesso dal parroco della chiesa acquavivana di celebrare i funerali del suo amico docente. E il prete fa capire subito dove tirerà il vento celebrando un funerale che suona come un’assoluzione a partire dal passo del Vangelo scelto, come il sacerdote ha poi tenuto a sottolineare, da lui stesso: le beatitudini. «Beati i perseguitati per causa della giustizia perché di essi è il regno dei cieli – ha affermato alzando la voce e proseguendo – e beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi». E la pausa, marcata, sulla parola mentendo vale più di mille omelie. Anche se la predica non è stata da meno. «A Francesco ora spalancheranno le porte del Paradiso – ha detto il sacerdote – so che è così, perché io credo nella giustizia di Dio e basta. Non credo in quella terrena. La giustizia degli uomini è fallace». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico