Tre secoli al femminile: l'altra metà della storia. Marco Severini e gli ultimi 175 anni delle vicende nazionali

Tre secoli al femminile: l'altra metà della storia. Marco Severini e gli ultimi 175 anni delle vicende nazionali
MACERATA Chi avesse ancora dei dubbi circa il fatto che la storia delle donne sia più intrigante e complessa di quella degli uomini, li chiarirà serenamente leggendo...

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MACERATA Chi avesse ancora dei dubbi circa il fatto che la storia delle donne sia più intrigante e complessa di quella degli uomini, li chiarirà serenamente leggendo "Le fratture della memoria. Storia delle donne in Italia dal 1848 ai nostri giorni" (Ed. Marsilio, 2023, pp. 440) di Marco Severini, storico dell'Università di Macerata, un'accurata ricostruzione degli ultimi 175 di storia nazionale al femminile, scritta in maniera chiara e ricca di suggestioni. Che un libro di storia sia capace di saggiare la vicenda delle italiane lungo tre secoli (l'Ottocento, il Novecento, questa prima parte del XXI secolo) profondamente differenti è già una piacevole novità.

 

Si parte con il 1848, l'anno della "rivoluzione dei popoli", poiché in esso le italiane cominciano a rivelare la capacità di fare squadra, di organizzarsi, di lottare per cambiare un mondo maschilista e patriarcale. Lungo i sessant'anni dell'età liberale non sono state poche le donne che si sono distinte per intraprendenza e coraggio nel cambiare una società per certi versi immobile: tra tutte, Anna Maria Mozzoni si ritaglia un meritatissimo spazio di primo piano; è lei, infatti, ad usare, la petizione al Parlamento come strumento di cambiamento e sollecitazione contro uno status quo iniquo sancito dal Codice Pisanelli (1865). Gli avvincenti spunti (le proto elettrici del 1906, dieci maestre marchigiane) e le sparute conquiste ottenute, come la legge Carcano sul lavoro femminile e minorile (1902) e quella sulla capacità giuridica della donna (1919), naufragano con l'avvento della dittatura fascista che cancella qualsiasi libertà e il criterio stesso di elettività: Mussolini annuncia la concessione del voto alle donne, ma poi si rimangia la parola.

I propositi modernizzatori del regime dittatoriale si risolvono per le donne in un completo fallimento Il processo resistenziale e la prima presenza politica femminile mutano le carte in gioco e così inizia il frastagliato cammino verso la parità che è ben lungi dal dirsi concluso. Le 21 costituenti del 1946 rappresentano un ineludibile monumento femminile e la maggior parte di ciò che le italiane hanno ottenuto negli ultimi settant'anni si deve al loro operato. Il libro segnala i mutamenti di costume e i cambiamenti sociali, le battaglie politiche e referendarie, i consistenti movimenti femminili del Novecento e di questo squarcio di nuovo millennio, con pagine dedicate al rapporto delle italiane con il lavoro, l'informatica e la stessa pandemia; non mancano lucide pagine sulle piaghe più orribili, a partire dal femminicidio.

Le donne sono sempre state di più in termini numerici, ma continuano a contare di meno, in Italia come nel mondo. Segno di quanto ancora ci sia da lavorare per accantonare i manuali e i libri di storia che parlano solo di uomini. L'autore, Marco Severini, insegna Storia dell'Italia contemporanea e Storia delle Donne presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Macerata. Ha pubblicato oltre 30 libri riguardanti la storia politica, delle donne e del viaggio dall'Ottocento ai giorni nostri.

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Corriere Adriatico