Templi, parchi, statue di Buddha e una natura incontaminata: alla scoperta del misterioso Laos

La capitale Vientiane porta d’ingresso del Paese

Templi, parchi, statue di Buddha e una natura incontaminata: alla scoperta del misterioso Laos
Alla scoperta del Laos, luogo quasi incantato tra natura incontaminata e frenetica vitalità tipica dell’Indocina. Vientiane è la porta d’ingresso del...

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Alla scoperta del Laos, luogo quasi incantato tra natura incontaminata e frenetica vitalità tipica dell’Indocina. Vientiane è la porta d’ingresso del paese, e come capitale è una città in grado di offrire uno spaccato culturale estremamente interessante. C’è poi l’Ho Pha Keo, un museo di arte sacra che in precedenza era un tempio chiamato Wat Pha Keo, costruito nel XVI secolo e consacrato al venerato Buddha di Smeraldo, una statua particolarmente sacra per il Buddhismo Theravada. Distrutto assieme a tutta la capitale dai siamesi nel 1828, questo brillante esempio di architettura classica di Lan Xang venne ricostruito dai colonizzatori francesi negli anni trenta secondo il disegno originale. 

Il complesso templare

Da visitare anche il Pha That Luang, uno dei più famosi complessi templari laotiani, costruito nel XVI secolo e situato a pochi chilometri dal centro cittadino. C’è poi Talat Sao, il variopinto mercato del mattino, situato nel centro della città. Altro luogo molto interessante, è poco fuori dalla capitale e si tratta del Parco di Buddha. Un luogo caratterizzato dalla presenza di circa 200 statue buddiste e induiste. La statua più grande è alta 40 metri: si tratta di un Buddha sdraiato. Il parco è situato a 24 chilometri della città. Il parco è stato ideato e realizzato nel 1958 da un religioso buddista-induista, allo scopo di unire le due diverse religioni per mezzo dell'arte. A circa 400 km dalla capitale c’è Luang Prabang. La città è diventata una delle mete principali dei visitatori del Sud-est asiatico, grazie alla suggestiva combinazione tra le bellezze naturali, il fascino degli antichi templi e palazzi e la ben curata architettura coloniale. La città è entrata nel 1995 nella lista dei patrimoni dell'umanità ed è stata anche residenza del sovrano del regno laotiano. Per gli amanti degli spazi aperti e dell’avventura è possibile ammirare il bacino del fiume Nam U, con tutto il corso del fiume che attraversa zone montuose in un susseguirsi di anse e di mutevoli panorami. Le rocce dei rilievi circostanti si sono formate nel mesozoico e nel paleozoico, e sono composte in prevalenza da arenite rossa, argilla e calcare.

La tappa finale

Ultima tappa la piana delle giare dove si trovano 90 siti archeologici. Il luogo è l’altopiano di Xiangkhoang non troppo distante dalla capitale e da Luang Prabang. In questi siti sono disseminate centinaia di giare di pietra arenaria che hanno un'altezza variabile tra i 50 centimetri e i 3 metri. Passando alla gastronomia, di grande interesse è la cucina laotiana, che si regge sul riso glutinoso senza dimenticare piatti come il Phor, zuppa di noodles con pasta sottile o spessa. C’è poi il larb, carne macinata spesso accompagnata con l’insalata di papaya verde. Da provare poi le salsicce Lao, dove la carne di maiale è unita a foglie di kaffir, alla galanga e alla citronella a cui vanno aggiunti salsa di pesce, coriandolo e peperoncino. C’è poi il Mok Pa, cartoccio di pesce servito su una foglia di banano.

 

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Corriere Adriatico