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Da ragazza, il sogno di Claudia era iscriversi a Medicina. Studiava per prendere il diploma di perito aziendale, e dava una mano nel negozio di abbigliamento dei genitori, in via Leopardi. «Ero un’adolescente, non mi piaceva più di tanto, non pensavo che il commercio sarebbe stato la mia strada». E invece, eccola qui, a 72 anni, a riconoscere che stare al pubblico è la sua vita.
Nessun rimpianto? «Chissà quante volte mi sono trovata a fare la crocerossina, cercando di capire cosa i piccoli desiderassero». Chi ha detto che indovinare cosa vuole indossare un bambino sia facile? «Occorre avere pazienza, comprensione, intuito. Anche capacità di mediazione, tra il loro gusto istintivo e quello delle madri. Ed esperienza nel settore». Lei ne aveva “da vendere”, se passate il gioco di parole. Nel 1980 ha rilevato Pop Corn, vestiti per bambini, all’angolo tra corso Amendola e via Rismondo, che era stato aperto dalla sorella Adriana tre anni prima.
«Per Ancona, l’inaugurazione era stata un evento. Era venuto Bud Spencer, all’epoca una star, amatissimo dal pubblico che, per accoglierlo e fargli festa, si riversò nel quartiere Adriatico. I vigili dovettero chiudere le strade al traffico». C’è chi ancora ricorda: popcorn per tutti, ovviamente, come al cinema.
Il percorso
Ma Claudia, anche per il cinema, non ha mai avuto tempo, da quando, con la socia Orietta, assunse la conduzione del negozio.
«Per allestirle da me, avevo seguito un corso per corrispondenza. C’era chi si fermava per fotografarle. Mi sono fatta una fama: non so più quante ne ho allestite, anche per altri, anche fuori Ancona». Nel 2010, resta unica titolare del negozio, con l’aiuto dei dipendenti: «Sono arrivata ad averne sei».
Migliaia di bambini sono sfilati sotto i suoi occhi vigili e materni, sotto lo sguardo esperto di intenditrice, di mode e di gusti, al quale tante madri si sono affidate, per la scelta di felpe, jeans e abitini. «Quei bambini, una volta diventati adulti e genitori, sono tornati. Mica sapevo sempre riconoscerli». Ma loro sì: si ricordano di lei, riconoscenti di averli assecondati in scelte originali, talvolta anche contro il parere della mamma. «Ho vestito tre generazioni, apripista in un quartiere dove ancora non esisteva neanche un negozio di abbigliamento per ragazzi».
Il nuovo corso
E in tanti sono venuti all’inaugurazione, qualche settimana fa, del nuovo Pop Corn, aperto in un altro punto di corso Amendola. «Dov’era Buscarini. La figlia, quel giorno, mi ha abbracciato commossa». Pop Corn, il primo, ha chiuso prima dell’estate, per riaprire altrove. Solo cambio di sede? «No, ho ceduto il brand a Florinda Di Mare, per “raggiunti limiti di età”. Il cuore e lo spirito mi dicevano di continuare, il fisico mi ha consigliato di lasciare. Sarebbe stato però impossibile, per me, chiudere definitivamente questa storia. Così, felice di aver trovato chi mi sostituirà, ho accettato di affiancarla, per qualche mese». C’è con lei la figlia Francesca, che fa la psicoterapeuta, ma che tra gli abiti per bambini c’è cresciuta.
Le radici
Quasi un hobby, ormai. «Questo locale è molto più grande, su due piani. Speriamo che sia vero, che a fare le scale fa rimanere giovani». Ride dubbiosa, mentre saluta una sua cliente di sempre. «Questo era e resterà, anche con Florinda, un esercizio a conduzione famigliare, come quasi tutti i 130 negozi di Corso Amendola. Mi pare di aver scritto una pagina di storia di questo quartiere. Gli habitué lo sanno: c’è chi entra anche solo per fare due chiacchiere, in amicizia». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico