Piccole e grandi persone l'armonia che fa la storia: racconta di insoliti ritratti dello storico anconetano Massimo Papini

Piccole e grandi persone l'armonia che fa la storia: racconta di insoliti ritratti dello storico anconetano Massimo Papini
Massimo Papini, storico anconetano, cita Alessandro Manzoni, nell'introduzione al suo più recente libro, che presenterà domani alle 18 al Circolo Germontari di...

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Massimo Papini, storico anconetano, cita Alessandro Manzoni, nell'introduzione al suo più recente libro, che presenterà domani alle 18 al Circolo Germontari di Ancona, assieme al critico Massimo Raffaeli. Perché Manzoni? Perché, scrive tra il serio e il faceto, in questa raccolta di piccole storie vere, seguendo il suggerimento del grande Milanese, "si richiamano in vita coloro che non ci sono più, li si passa in rassegna e li si schiera di nuovo in battaglia. In questo caso, con armi a lungo tenute in disparte e che ora tornano a essere protagoniste".

Le vicende

Papini ha infatti ritrovato, nella memoria e tra le sue carte, "storie minori, che la grande storia neanche si sogna di prendere in considerazione": le vicende, spesso sconosciute, o dimenticate, di attori del nostro recente passato, più di venti, perlopiù marchigiani, di cui è venuto a conoscenza per il suoi studi storici, che ha condotto per una vita. Sono vicende di personaggi meno noti, o sono aneddoti ignoti di protagonisti assurti, durante il Novecento, all'onore della cronaca. Parliamo di Errico Malatesta e di Alfredo Trifogli, di Fernando Tambroni e di Milli Marzoli, ma anche di un'oscura locandiera, Agostina Segatori, la cui storia apre la raccolta. Ha meritato di comparire in copertina la locandina con cui alla fine dell'Ottocento veniva reclamizzato il suo locale "Au Tamburin", in cui nel 1887 Toulouse Lautrec ritrasse Van Gogh, che ne era assiduo frequentatore. A Parigi, Agostina era emigrata ad appena 15 anni, e al 27 di rue de Richelieu l'audace anconetana, classe 1841, aveva aperto il Cafè du Tamburin, un'autentica attrazione per i francesi. Per il menu italiano, in cui comparivano anche le lasagne, ma forse anche per quel suo fascino popolano e mediterraneo, che le meritò i ritratti di Manet ("L'Italienne") e di Corot ("Le portrait d'Agostina" e "La bacchante au tambourins"). Ed è lei "La femme au café Tambourin" di van Gogh. Non bella, prosperosa, volitiva e franca, ammaliò Vincent, che ne scrive così al fratello, dopo una breve, burrascosa relazione, prima di partire per Arles: "Provo ancora dell'affetto per lei e spero che lei ne provi ancora per me".

Le chicche

La storia di Agostina è solo una delle chicche che Papini, con arguzia e sensibilità, rivelando l'ironia dello storico navigato, porta alla nostra attenzione. Solletica la curiosità, e ci fornisce anche chiavi di lettura di avvenimenti e persone, altrimenti noti, di cui riesce a mettere in luce aspetti segreti, intimi, privati. E sa interpretare con finezza i moventi psicologici di scelte e azioni, all'epoca enigmatiche. Il fattore umano, appunto. Papini ha recuperato "l'armonia tra le piccole e le grandi cose" di tanti personaggi, uomini e donne realmente esistiti, tributando loro "rispetto e, al tempo stesso, empatia, partecipazione. Amore vero, disinteressato, sincero".

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Corriere Adriatico