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Massimo Papini, storico anconetano, cita Alessandro Manzoni, nell'introduzione al suo più recente libro, che presenterà domani alle 18 al Circolo Germontari di Ancona, assieme al critico Massimo Raffaeli. Perché Manzoni? Perché, scrive tra il serio e il faceto, in questa raccolta di piccole storie vere, seguendo il suggerimento del grande Milanese, "si richiamano in vita coloro che non ci sono più, li si passa in rassegna e li si schiera di nuovo in battaglia. In questo caso, con armi a lungo tenute in disparte e che ora tornano a essere protagoniste".
Le vicende
Papini ha infatti ritrovato, nella memoria e tra le sue carte, "storie minori, che la grande storia neanche si sogna di prendere in considerazione": le vicende, spesso sconosciute, o dimenticate, di attori del nostro recente passato, più di venti, perlopiù marchigiani, di cui è venuto a conoscenza per il suoi studi storici, che ha condotto per una vita.
Le chicche
La storia di Agostina è solo una delle chicche che Papini, con arguzia e sensibilità, rivelando l'ironia dello storico navigato, porta alla nostra attenzione. Solletica la curiosità, e ci fornisce anche chiavi di lettura di avvenimenti e persone, altrimenti noti, di cui riesce a mettere in luce aspetti segreti, intimi, privati. E sa interpretare con finezza i moventi psicologici di scelte e azioni, all'epoca enigmatiche. Il fattore umano, appunto. Papini ha recuperato "l'armonia tra le piccole e le grandi cose" di tanti personaggi, uomini e donne realmente esistiti, tributando loro "rispetto e, al tempo stesso, empatia, partecipazione. Amore vero, disinteressato, sincero".
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