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ANCONA Una copertina bianca che ospita solo il titolo. Scelta che ricorda un romanzo di formazione per antonomasia come "Il giovane Holden" di Salinger. Così si presenta la prima opera del giornalista Pier Paolo Flammini dal titolo "Pugni a terra", un libro che non lascia indifferenti, un vero pugno allo stomaco del lettore, per destarlo dall'apatia, dal perbenismo e dall'ossessione del politicamente corretto.
Il passato
Nostalgia e oppressione sono i sentimenti che attraversano questo romanzo.
La realtà dispotica
«Questo libro- spiega Flammini nasce dal naufragio degli ideali che avevo vissuto nei venti anni, soprattutto l'appartenenza a movimenti e gruppi. Un libro che parla di una rivolta punk soprattutto nella seconda parte dove si arriva a una sorta di apocalisse e al capitalismo distruttivo». Flammini in questo libro si rifà agli scritti di James Ballard, al Pasolini di "Salò" e a Michel Houellebecq. Il romanzo prosegue con una seconda parte che vede protagonista il "futuro potenzialmente presente" con i tre protagonisti, ormai adulti, uniti dalla lotta per un impossibile ritorno a quel passato. Resterà però un mondo irriconoscibile, dominato da un capitalismo "distruttivo" in cui la popolazione stessa agevola l'arrivo del "Sistema Z".
La crudezza
Restano, dunque, soltanto pornografia e violenza, raccolte da Flammini in alcune pagine di crudezza estrema e iper-realistica: una critica feroce al presente dominato dall'ambivalenza tra narcisismo e voyeurismo. Un romanzo complesso anche se di facile lettura quello che segna l'esordio di Flammini nel mondo della letteratura a cui approda alla vigilia dei 50 anni e con un bagaglio di esperienze di giornalista ed economista.
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