Gran Sasso, l'allarme del glaciologo: «Il ghiacciaio del Calderone ha perso 3 metri di spessore in 10 anni. Dobbiamo agire»

Nel sistema glaciale del Calderone, Gran Sasso dal 2013 al 2022 c'è stata una perdita di oltre 3 m di spessore. A spiegarlo è il glaciologo Massimo Pecci. ...

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Nel sistema glaciale del Calderone, Gran Sasso dal 2013 al 2022 c'è stata una perdita di oltre 3 m di spessore. A spiegarlo è il glaciologo Massimo Pecci.


I principali cambiamenti, riscontrabili nelle foto di confronto, consistono in un progressivo approfondimento delle zone centrali dei 2 glacionevati che lo compongono.

Le frammentazione in due del ghiacciaio è stata registrata a fine estate del 2000 nel corso del monitoraggio del gruppo di ricerca degli operatori del Comitato Glaciologico Italiano. Un evento "eclatante" - spiega Pecci - nel quadro di una generalizzata riduzione di volume registrata dall'inizio del '900.


Si assiste dunque ad un progressivo collasso dei nuclei di ghiacciaio, che si trovano ora in un precario stato di equilibrio. Nelle foto e anche nella realtà -specifica il glaciologo- il ghiaccio è raramente visibile, perchè ricoperto dal detrito, che "emerge" quando la neve di accumulo invernale fonde, nel corso dell'estate.

Il ghiacciaio nel 2013 e nel 2023


Ma a cosa è dovuto questo cambiamento? "Il mutamento - spiega l'esperto - è legato alle temperature e alle precipitazioni nevose. A seguito di un inverno generoso di nevicate, anche una estate prolungata e calda, come è stata quella appena passata, può lasciare ancora della neve al suolo, come è possibile vedere nella foto del 2023".

 


"Se non si interverrà decisamente nel modificare l'immissione di gas nell'atmosfera, il ghiaccio tenderà sempre più a ridursi in volume e, quindi, in area e in spessore, per andare ad occupare posizioni sempre più profonde rispetto alla radiazione solare diretta".


Guardando i valori degli altri ghiacciai del mondo i segni sono nella quasi totalità dei casi negativi, spiega Pecci, che ricordando il ruolo fondamentale svolto dai nostri ghiacciai invita a un urgente cambio di rotta. "Un ghiacciaio accumula acqua allo stato solido nel periodo in cui serve di meno per restituirla sotto forma di acqua liquida, necessaria alla vita di tutti gli ecosistemi, quando, durante la stagione calda, serve di più. Dobbiamo agire perché quel meno davanti alla quasi totalità dei bilanci di massa dei ghiacciai mondiali cambi di segno".

 

 

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Corriere Adriatico