Un corto circuito di eventi dopo un piccolo incidente: Massimo Marcello Flori ha ambientato il libro ad Ancona

Un corto circuito di eventi dopo un piccolo incidente: Massimo Marcello Fiori ha ambientato il libro ad Ancona
Due famiglie molto diverse: piccolo borghese, affettuosa, unita, la prima; ricca e sfilacciata, astiosa, l'altra. Due piccoli mondi, due visioni etiche della vita e della...

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Due famiglie molto diverse: piccolo borghese, affettuosa, unita, la prima; ricca e sfilacciata, astiosa, l'altra. Due piccoli mondi, due visioni etiche della vita e della società che, per uno di quei casi strambi e banali che l'esistenza ci dispensa, si incontrano e si confrontano, in Ancona. Nel contesto della città, che dice di amare profondamente, Massimo Marcelli Flori ambienta questo suo secondo libro, molto diverso dal primo, "Le tigri non fanno la barba", un "diario" polemico della malattia e degli ultimi mesi di vita di suo padre. Il quale era solito ripetergli: "Scrivi, Massimo, scrivi".

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Le collisioni

«Sull'onda emozionale di quelle parole, e dei consensi ricevuti per il primo testo racconta l'autore ho deciso di dar seguito a un soggetto che da un po' mi frullava per la testa». Una vicenda semplice ma ingarbugliata, come spesso ci capita di vivere, in cui le dinamiche famigliari entrano in collisione, e si confrontano, con il flusso degli eventi che appartengono alla piccola storia di una comunità. Ed è la campagna elettorale per le amministrative anconetane la cornice in cui Massimo Marcelli Flori ambienta la sua trama. Ma non sono state le recenti elezioni, quelle che hanno portato la destra-centro alla guida del dorico Palazzo del Popolo, a ispirare l'autore. «È stato un caso, che il libro sia uscito a giugno».

La riflessione

"La barca può essere sostenuta o affondata dalla stessa acqua, quando la vita improvvisamente la rovescia; alcuni si lasciano trascinare dal destino, altri si aggrappano alle proprie certezze per risalirvi sopra": è questa la riflessione, da cui è scaturita la narrazione. Due concezioni morali, oltre che due stili, tra i tanti che convivono nella società, spesso senza confrontarsi tra loro, finché un incidente da poco, e un incontro tra giovani, e il loro innamoramento, non fanno scattare un corto circuito, da cui nessuno resterà escluso. In sottofondo, con echi sinistri e inevitabili, la battaglia politica condotta senza esclusione di colpi bassi, tra complicità e corruzione. Eppure, il romanzo di Marcelli Flori non vuole essere una denuncia: racconta di intese e connivenze con disincanto, ne constata l'inevitabilità, pur senza assolverne i protagonisti. Gli interessa piuttosto osservare le reazioni psicologiche dei suoi personaggi, di fronte alla fatalità di un incontro, al fallimento di un sogno che si trasforma in una nuova occasione, alle ingiustizie che talvolta, anzi spesso, sa perpetrare il perbenismo borghese.

Il collante

L'amore tra famigliari e tra giovani, tra amici - fa da collante a una storia che corre agile alla conclusione, condotta con uno stile già maturo. E lo sguardo dell'autore si posa attento sui felici casi della vita, ma anche sui vizi endemici di questa nostra Italia, che non ha imparato a bandire da sé il razzismo.

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Corriere Adriatico