Lungo i 5 km di strada che portano alla frazione di Casali rotolano pietre e massi

Lungo i 5 km di strada che portano alla frazione di Casali rotolano pietre e massi
Lungo i 5 km di strada che portano alla frazione di Casali rotolano pietre e massi dal costone e a un certo punto si passa solo con i fuoristrada, perchè la strada è solcata da...

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Lungo i 5 km di strada che portano alla frazione di Casali rotolano pietre e massi dal costone e a un certo punto si passa solo con i fuoristrada, perchè la strada è solcata da fessure larghe un palmo, scalini alti anche venti centimetri. Dicono che proprio lì sotto passi una delle faglie che hanno scatenato questo finimondo. A Frontignano sono lesionate anche le strutture della Domus Laetitiae, meta di esercizi spirituali, e la Domus Monte Bove, una casa vacanze data in autogestione.

In memoria dell'alluvione
Non va meglio a Castelsantangelo sul Nera. Nella piazzetta del Comune c'è una striscia bianca su una parete di pietra che ricorda la quota dell'alluvione del 7 luglio 1906, quando fango e detriti arrivarono a due metri d'altezza. Lì accanto ci sono cumuli di macerie, che per fortuna mercoledì sera, con la seconda scossa di magnitudo 5.9 delle 21 e 18, non hanno sepolto nessuno. Merito di quel «sinistro avvertimento», come lo chiama Marino, arrivato con la prima scossa delle 19 e 10. «Siamo tutti usciti subito - racconta - e quando è arrivato il secondo colpo eravamo fuori, al sicuro».
Ieri all'ora di pranzo i senza tetto (140 su 277 residenti) si sono ritrovati tutti ai tavoli del Capannaccio, un pub messo a disposizione dal proprietario Massimo Berta. «Mangiate voi, io non ho bisogno», rifiuta un piatto di penne al ragù il sindaco Mauro Falcucci. Alle 13 e 34 arrivano due scosse secche, una via l'altra. Cade per sbaglio un vassoio da portata e qualcuno si spaventa. Piange una bambina con una felpa blu a pois, anche lei deve aver visto le streghe. «È pronta la pasta», gridano dal bancone della mensa improvvisata, anche per sdrammatizzare. La vita va, pure se ha un'andatura tremolante. Sperando che prima o poi, in queste pievi di montagna, i bambini torneranno a correre solo per gioco, non per scappare.
Lorenzo Sconocchini
l.sconocchini@corriereadriatico.it
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Corriere Adriatico