Kledi: «Quando ero sulla barca per raggiungere l'Italia sognavo la libertà. Delusione per rimpatri»

Kledi: «Quando ero sulla barca per raggiungere l'Italia sognavo la libertà. Delusione per rimpatri»
«Avevo soltanto 17 anni, ero assetato di conoscenza e curioso, ricordo l'accoglienza calorosa e la solidarietà degli italianì Roma», così...

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«Avevo soltanto 17 anni, ero assetato di conoscenza e curioso, ricordo l'accoglienza calorosa e la solidarietà degli italianì Roma», così racconta il popolare ballerino Kledi Kadiu il suo 'viaggio della speranza' alla ricerca di un futuro migliore, dall'Albania all'Italia.

«Eravamo in 20mila sulla nave Vlora, molti, moltissimi giovani assetati di conoscenza e libertà, incoscienti e curiosi di sapere cosa c'era al di là del mare, convinti che avremmo lasciato per sempre l'Albania. La nostra delusione fu grandissima quando ci rimpatriarono tutti. Per molti di noi una sconfitta», prosegue il ballerino in un'intervista all'AdnKronos, raccontando i momenti precedenti allo sbarco nel porto di Bari della barca con la quale era fuggito, nell'estate del 1991.

Il viaggio dall'Albania

«Un esodo biblico, il nostro, un viaggio non programmato, in cui capitano e membri dell'equipaggio furono costretti, con la forza, a condurci lontano dalle acque del nostro Paese», racconta Kledi. «Avevamo, insomma, preso in ostaggio, la nave. Conoscevamo L'Italia attraverso la televisione. In particolare io non perdevo una puntata delle Maratone di Vittoria Ottolenghi e guardavo tutti gli show di Raffaella Carrà, sognavamo una vita diversa anche se gli artisti in Albania, come del resto in tutte le Repubbliche sovietiche, era cittadini rispettati e forse privilegiati», prosegue.

 

I sogni del ballerino

«Avevo studiato all'Opera di Tirana, soprattutto classico, volevo cimentarmi con una danza nuova, diversa, più moderna - aggiunge Kledi Kadiu - sperimentare la libertà come cittadino e danzatore. Gli stessi motivi che spinsero Rudolf Nureyev a fuggire dalla Russia».

«A parte la delusione di essere rispediti in Albania ricordo l'accoglienza calorosa degli italiani, la solidarietà nei nostri confronti, le parole del sindaco di Bari che avrebbe voluto aiutare tutti. Ma dovette scontrarsi contro i diktat della politica di allora», conclude il popolare ballerino.

 

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Corriere Adriatico