Corona, il fine pena a settembre 2024. Farà terapia in comunità: «Dipendenza patologica dai guadagni»

Corona ottiene l'affidamento terapeutico in comunità. «Dipendenza patologica dai guadagni»
Il fine pena per Fabrizio Corona, 48 anni, è previsto per il 17 settembre 2024. L'ex agente fotografico ha infatti ancora in corso procedimenti per truffa,...

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Il fine pena per Fabrizio Corona, 48 anni, è previsto per il 17 settembre 2024. L'ex agente fotografico ha infatti ancora in corso procedimenti per truffa, diffamazione, percosse, minaccia, tentata evasione, danneggiamento aggravato, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. E per questo era in detenzione domiciliare. Ma il Tribunale di Sorveglianza di Milano, accogliendo l'istanza dei legali dell'ex re dei paparazzi (gli avvocati Ivano Chiesa e Antonella Calcaterra), ha deciso che Corona finirà di scontare la pena che gli resta facendo volontariato in una comunità di riabilitazione del monzese, a Limbiate, per 4 ore a settimana ogni venerdì. La scelta dei giudici si è basata sui «miglioramenti» nel comportamento di Corona e che un «percorso terapeutico appare idoneo ai bisogni di cura» al fine di promuovere e valorizzare una sua «riabilitazione».

 

 

Il provvedimento 

C'è la speranza, secondo i guidici, che ciò possa aiutare Corona a superare «importanti fragilità personali», anche perché - si legge ancora nel provvedimento - soffre di una «patologia psichiatrica». L'ex fotografo ha portato avanti «un lavoro introspettivo» anche sulla sua «dipendenza patologica dai guadagni». La Sorveglianza fa presente ancora che Corona ha «complesse e peculiari problematiche di tossicodipendenza, psichiatriche, socio-lavorative e familiari». E che alcune delle sue «sporadiche trasgressioni», anche se sono da «stigmatizzare», vanno inserite «in un quadro complessivo soddisfacente circa l'adesione del Corona al programma terapeutico-riabilitativo».

E sta superando «il periodo critico contrassegnato dalle difficoltà di 'starè nelle norme e regole». Sta iniziando «a considerare il proprio benessere ed equilibrio come valori primari». Ora per i giudici serve una «nuova fase di passaggio terapeutico» con l'inserimento dell'ex agente fotografico nella comunità per 4 ore a settimana, luogo dove è già stato ospitato nel suo percorso di cure e dove dovrà fare anche «attività di volontariato». Nell'ultimo anno, conclude la Sorveglianza, non ha mai violato in maniera «grave» le prescrizioni della detenzione domiciliare.

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Corriere Adriatico