PORTO SANT'ELPIDIO - Tra gli imputati quattro carabinieri accusati di complotto nei confronti del comandante. Si avvia verso la chiusura il processo che vede alla sbarra...
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Ieri durante l'udienza collegiale, dopo aver assunto l'ultima testimonianza della difesa, è stata la volta della requisitoria del pm che ha chiesto l'assoluzione per Zollo e Cerfeda, per tutti i capi d'imputazione, non ritenendo esserci prove a sufficienza nei loro confronti, e per i restanti quattro imputati Taborro, Lucchetta, Leone e Antonelli ha chiesto l'assoluzione per i capi d'imputazione quali abuso d'ufficio, minaccia e violenza a pubblico ufficiale, mentre li ha ritenuti colpevoli per i reati di calunnia e diffamazione, richiedendo una pena di 2 anni e 4 mesi per ognuno.
L'avvocato Carlo Brugnoli, quale rappresentate della parte civile, ha invece chiesto oltre al risarcimento monetario, anche la condanna penale per tutti gli imputati: "Ritengo che Zollo e Cerfeda in quanto pubblici ufficiali avrebbero dovuto denunciare il fatto", commenta. Sono poi iniziate le arringhe difensive degli avvocati Roberto Regni, per Leone e Lucchetta e dell'avvocato Ugo Ciarrocchi che ha difeso la Taborro e chiesto l'assoluzione della sua assistita.
Al termine dell'udienza il giudice Ugo Vitali Rosati ha rinviato al 21 maggio per proseguire con le arringhe difensive degli avvocati Pietro Antonio Siciliano e Pierluigi Vecchiotti e per eventuali repliche e la sentenza. Il fatto risale al 2008: il comandante Serafino Dell'Avvocato guida la stazione elpidiense ed imprime subito un forte impulso all'attività della caserma, un efficientismo e una severità che evidentemente scontenta qualcuno.
I quattro militari, Eugenio Antonelli, Luigi Leone, Mauro Zollo e Roberto Cerfeda, secondo l'ipotesi accusatoria, avrebbero iniziato a covare rancore e spinti da uno spirito di rivalsa, avrebbero architettato un piano curioso: far passare il luogotenente, sposato e con figli, come un latin lover, coglierlo in flagrante con un'amante e chiederne il trasferimento.
Con la complicità di una donna, Rossella Taborro, titolare di un agriturismo e la consulenza di un investigatore privato Emidio Lucchetta, scattano delle foto che inviano con una segnalazione anonima allo stesso comandante Serafino Dell'Avvocato, al comando generale dell'Arma e a tutta la scala gerarchica. Una vicenda che non sembra finire qui, dato che a carico dei 4 militi, è stato aperto un nuovo procedimento per calunnia ed autocalunnia, avendo nell'udienza precedente negato quanto dichiarato in fase d'interrogatorio, sostenendo che i contenuti delle Sit, sarebbero state manipolate dal capitano dell'arma di Fermo Pasquale Zacheo che eseguì gli interrogatori e dal Pm Antonio Vincenzo Bartolozzi, titolare dell'inchiesta. Accuse gravi che hanno comportato l’apertura di un nuovo fascicolo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico