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SERVIGLIANO - Si apre questa mattina in Corte d’assise ad Ancona il processo per omicidio volontario a carico di Pavlina Mitkova, la 38enne accusata di aver ucciso la figlioletta Jennifer nel gennaio 2020 a Servigliano. Dopo il rinvio a giudizio decretato dal Gip di Fermo, la mamma di origini bulgare sarà alla sbarra, difesa dagli avvocati Gian Marco Sabbioni ed Emanuele Senesi.
Non è cambiata la posizione dell’imputata, che sin dal principio ha negato le accuse a suo carico, continuando a sostenere di aver trovato la figlia priva di sensi a seguito dell’incendio divampato in cucina quella notte. Una tesi però smentita dagli inquirenti, che hanno accertato la natura dolosa del rogo.
In base alle perizie, non ci sarebbero dubbi che sia stata la donna ad appiccare il rogo volontariamente, con l’obiettivo di depistare le indagini.
Sono 37 i testimoni chiamati in giudizio dal pubblico ministero: carabinieri, vigili del fuoco, personale dei mezzi di soccorso intervenuti quella notte alla Circonvallazione clementina, alcuni residenti nella zona. Sono state già programmate le prossime udienze, a cadenza settimanale, fino alla metà di luglio. La Mitkova rischia l’ergastolo per omicidio aggravato dal vincolo parentale. E’ l’unica accusata del delitto. Si è costituito parte civile il padre di Jennifer e compagno della donna, Ali Krasniqi, difeso dall’avvocato Maria Cristina Ascenzo. L’uomo non era in casa quella notte e gli accertamenti effettuati sull’ora del delitto escludono qualunque coinvolgimento nell’omicidio. Krasniqi da alcuni mesi ha ripreso i colloqui con l’altra figlia di 5 anni, ospite di una struttura protetta.
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Corriere Adriatico