Maxi impianto agrifotovoltaico a Servigliano, scoppia la polemica. Cesetti porta il caso in Regione

Maxi impianto agrifotovoltaico a Servigliano, scoppia la polemica. Cesetti porta il caso in Regione
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SERVIGLIANO - «Sono sicuro che il consiglio regionale si dimostrerà unito nell’approvare la mozione che andrò a depositare per fermare la realizzare di una centrale agrifotovoltaica di 40 ettari e quasi 37mila moduli solari a Colle d’Ete, ai confini tra Belmonte e Servigliano. Spero, infatti, che ci sia una valutazione unanime sul fatto che la deturpazione di un’area di pregevole valenza naturalistica e ambientale, grande come circa 50 campi di calcio nel cuore delle nostre colline, sia un atto scellerato».

 

Il futuro

A rimarcarlo il consigliere regionale del Pd Fabrizio Cesetti, il quale sottolinea che è giusto sostenere queste nuove fonti di energia, «però lo si deve fare con progetti compatibili con la tutela dei beni naturali, della bellezza della nostra terra, della salute di tutti i cittadini. Ben venga il fotovoltaico, dunque, ma incentivando la sua installazione sugli edifici pubblici, o magari su capannoni industriali e artigianali; un’operazione, quest’ultima, che sarebbe utile anche per bonificare quei manufatti con coperture in amianto, ancora così tanto, troppo, diffusi. Deve essere invece impedita a tutti i costi l’installazione di impianti fotovoltaici nei nostri paesaggi rurali che costituiscono l’elemento peculiare caratterizzante la storia, la cultura e la tradizione agroalimentare della comunità, oltre che motivo di attrazione sotto il profilo turistico ricettivo per la provincia. Il consiglio regionale ha già approvato all’unanimità una risoluzione identica per l’impianto che una società tedesca vorrebbe realizzare nel pesarese. Non ci sono ragioni perché la stessa cosa non avvenga per il Fermano, dando così una concreta risposta anche alle preoccupazioni sollevate da tante associazioni ambientaliste del nostro territorio e al loro generoso impegno. Tuttavia, visto il moltiplicarsi di questi tentativi di speculazione che vengono soprattutto dall’estero, credo sia bene che le Marche si dotino di strumenti più efficaci per la tutela dei beni ambientali, e con essi i paesaggi rurali».

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Corriere Adriatico