Autopsia, depositati i risultati: svolta nelle indagini sulla morte della piccola Jennifer a Servigliano. «Bimba soffocata nel sonno»

Autopsia, depositati i risultati: svolta nelle indagini sulla morte della piccola Jennifer a Servigliano. «Bimba soffocata nel sonno»
SERVIGLIANO -  Soffocata nel sonno con un corpo morbido, un cuscino o un asciugamano, non più tardi di mezzanotte, cioè 3 ore prima dell’incendio...

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SERVIGLIANO -  Soffocata nel sonno con un corpo morbido, un cuscino o un asciugamano, non più tardi di mezzanotte, cioè 3 ore prima dell’incendio divampato in casa e dell’arrivo dei soccorsi. E’ questo il verdetto dell’autopsia sul corpo di Jennifer Krasniqi, la bimba di 6 anni trovata morta in casa a Servigliano, la notte dell’8 gennaio scorso. Una conferma degli atroci sospetti che sin dai primi giorni d’indagine si concentravano sulla madre, Pavlina Mitkova, che si trovava con lei e la figlia minore in casa. La donna nei giorni successivi è stata arrestata con l’accusa di incendio doloso e morte come conseguenza di altro reato. Gli inquirenti avevano già accertato che il rogo divampato nella cucina dell’appartamento alla Circonvallazione Clementina era stato appiccato volontariamente.


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I termini di custodia cautelare sarebbero scaduti mercoledì 22 luglio, la 38enne di origine bulgara sarebbe stata liberata. Ma nel frattempo è arrivato l’atteso deposito della perizia, che segna la svolta. Quella forse più attesa, ma anche la più atroce. Acquisita la relazione, firmata dal medico legale Alessia Romanelli, col supporto del tossicologo Rino Froldi e dell’anatomopatologo Marco Valsecchi, il sostituto procuratore Francesca Perlini ha formulato un nuovo capo d’accusa, il più pesante: omicidio volontario con l’aggravante del legame parentale. Resta quindi in carcere la Mitkova, l’interrogatorio di garanzia è fissato per lunedì mattina. La donna si era professata estranea ad ogni responsabilità nel corso dell’incontro con i pm per la convalida dell’arresto.

«Confermo la modifica del capo d’accusa nei confronti della mia assistita – commenta l’avvocato Emanuele Senesi, che insieme al collega Gianmarco Sabbioni cura la difesa della donna – Nelle prossime ore leggerò dettagliatamente la perizia confrontandomi col nostro consulente, dottor Adriano Tagliabracci. Da quanto risulta, non sarebbero emerse patologie che facciano propendere per una morte naturale né c’erano segni di forzatura a porte e finestre che lascino ipotizzare l’ingresso di terze persone in quella casa, da qui la formulazione del nuovo capo d’imputazione». Rimane estraneo al delitto il papà della povera Jennifer e compagno della madre, Ali Krasniqi, il 42enne originario del Kosovo che quella notte non si trovava in casa, né all’ora del rogo, né a quella precedente in cui, secondo l’autopsia, la bimba sarebbe stata soffocata.


«Il mio assistito, come comprensibile, è rimasto molto turbato ed abbattuto dalla notizia che la sua compagna sia accusata di omicidio volontario – commenta la sua legale, Maria Cristina Ascenzo – Sin dall’inizio Ali ha chiesto la verità, vuole sia fatta piena luce sulla morte della bambina. Mi sto battendo affinché al più presto possa rivedere la figlia minore, custodita in una residenza protetta. In 6 mesi non ha mai avuto modo di riparlare con la sua piccola, nemmeno attraverso una videochiamata». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico