Notte di sesso con rapina Scatta un'altra condanna

Notte di sesso con rapina Scatta un'altra condanna
PORTO SANT'ELPIDIO - La notte d'amore si era trasformata in un incubo da Arancia meccanica. Ora arriva la condanna. ...

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PORTO SANT'ELPIDIO - La notte d'amore si era trasformata in un incubo da Arancia meccanica. Ora arriva la condanna.




Doveva essere una notte d'amore, invece si è trasformata in una scena stile Arancia meccanica. Protagonista della una violenta rapina un uomo di Porto Sant'Elpidio che lo scorso gennaio è stato derubato e malmenato da due uomini di nazionalità romena, che con la complicità di una prostituta della medesima provenienza, si erano introdotti nella sua abitazione e lo avevano legato, minacciato, picchiato e derubato di 3.500 euro ed alcuni oggetti d'oro.



La vittima, un imprenditore del luogo, si è costituito parte civile ed è rappresentato dall'avvocato Luisa Di Ruscio. Ieri si è celebrato il processo per uno dei due uomini protagonisti dell’assalto, Constantin Bivolaru, l'avvocato della difesa ha chiesto il rito abbreviato ed ha patteggiato una pena pari a 3 anni e due mesi di reclusione.



Il fatto risale a fine gennaio 2014. I tre erano entrati nella abitazione della vittima grazie alla donna, una prostituta, che dopo essere entrata a casa dell'uomo per una prestazione, con una scusa ha lasciato la porta di ingresso aperta, favorendo così l'ingresso dei complici con cui si era precedentemente accordata. I due uomini una volta dentro, hanno aggredito il povero malcapitato, che colto di sorpresa mentre era con la signorina, mezzo nudo, ha cercato di fuggire. I rapinatori hanno subito cercato di immobilizzarlo.



Mentre uno di loro lo stringeva per il collo, l'altro dopo aver tirato fuori un cavo elettrico, lo ha legato ad una sedia, mani e piedi, poi minacciandolo di non muoversi, altrimenti gli avrebbero sparato, lo ha derubato di tutti i soldi che aveva in casa e di alcuni gioielli, collane e bracciali che l'uomo portava al collo. Al termine del raid i tre sono fuggiti con un bottino di 3.500 euro in contanti, più un bel gruzzoletto d'oro.



Dal numero di telefono cellulare (intestato ad una terza persona risultata estranea ai fatti) gli operatori del commissariato di Fermo sono riusciti, in seguito, a risalire alla effettiva identità della donna, Ana Maria Mustatea, residente a Brescia, ma domiciliata a Teramo, che è stata subito rintracciata ed arrestata, ed hanno così potuto verificare i contatti con gli altri componenti della banda.



La giovane prostituta ha già patteggiato. Il terzo complice invece, identificato come Marius Daniel Bancila, fino a qualche mese fa latitante, è stato rintracciato dalle forze di polizia all'estero ed estradato in Italia. Il processo a suo carico è stato fissato per febbraio 2015 davanti al collegio penale del Tribunale di Fermo.



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