FERMO - Indagini lampo con una prima svolta nell’inchiesta aperta dalla procura di Fermo per individuare le cause della morte di Giovanni Battista Cascone, l’operaio...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
E’ quanto emerge dalle indagini della procura che dopo la tragedia ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo. Gli ispettori dell’Asur, che insieme ai vigili del fuoco di Fermo hanno controllato ogni centimetro dell’area interessata dallo scoppio, avrebbero consegnato al magistrato una relazione dalla quale emergerebbe che, contrariamente a quanto era stato ipotizzato, non ci sarebbe stata nessuna fuga di gas ma che ad esplodere invece sarebbe stata la cisterna dell’acqua sulla quale Cascone stava lavorando. L’operaio, secondo quanto è stato ricostruito dai tecnici, che l’altro ieri hanno effettuato un nuovo sopralluogo, ha immesso aria compressa nella cisterna per individuare la perdita e stava maneggiando con gli attrezzi da lavoro quando la cisterna è esplosa. Una potente deflagrazione che ha investito in pieno il giovane senza lasciargli scampo.
Secondo gli accertamenti l’esplosione sarebbe stata causata proprio dagli attrezzi in dotazione all’operaio, ritenuti dai tenici non idonei per quel tipo d intervento. Da qui l’ipotesi secondo la quale ci sarebbero già i primi indagati e farebbero rifermento ai responsabili della ditta Mds srl di Falconara per la quale lavorava Cascone. Ieri intanto è stata aperta la camera ardente all’obitorio di Fermo. Questa mattina la salma di Cascone sarà portata Falconara dove domani alle 10, presso la Chiesa di San Giuseppe, saranno celebrati i funerali. Accanto ai genitori, alle sorelle, alla nonna e ai parenti si stringeranno i colleghi di lavoro e i tanti amici che piangono Giovanni e quel tremendo destino che lo ha strappato alla vita a soli 29 anni. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico