Porto Sant'Elpidio, Santoni in cella con altri cinque detenuti

Vincenzo Santoni
FERMO - La prima notte è passata. Ha dormito abbastanza bene, sta cercando di ambientarsi. Divide la cella con altri cinque ragazzi, un paio italiani, gli altri stranieri....

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FERMO - La prima notte è passata. Ha dormito abbastanza bene, sta cercando di ambientarsi. Divide la cella con altri cinque ragazzi, un paio italiani, gli altri stranieri. Vincenzo Santoni, l’uomo del ciclismo di Porto Sant’Elpidio ed ex manager di Mario Cipollini, ha incontrato ieri pomeriggio il suo avvocato, Francesco De Minicis.


C’è stato un lungo colloquio, durato all’incirca un’ora e mezza, all’interno della saletta protetta della casa circondariale di Fermo. “L’ho trovato abbastanza sereno - ha riferito al termine dell’incontro De Minicis -, mi ha raccontato dei cinque ragazzi con cui divide la cella, che sono puliti, educati, che lo hanno accolto con grande simpatia”. Il difensore tornerà da Santoni tra qualche giorno e già lavora per cercare un percorso che porti presto all’attenuazione della misura detentiva. Per questo ha affidato a un pool di commercialisti la predisposizione di una perizia per dimostrare che le attività che vengono svolte oggi da Santoni nulla hanno a che fare con il passato e con i suoi guai.
 
Santoni dentro il carcere è lo stesso Santoni di sempre. “Ha un atteggiamento comunque positivo”, racconta De Minicis. Ha sfogliato insieme al suo legale i quotidiani, li ha commentati con grande puntiglio, si è sinceramente commosso nel leggere i messaggi di affetto e vicinanza espressi a nome di tutti i suoi tanti amici dal presidente del comitato Grande ciclismo di Porto Sant’Elpidio Piero De Santis. “Mi ha parlato della Gran Fondo, la gara di ciclismo che si terrà domani (si è tenuta oggi, ndr) a Porto Sant’Elpidio. Santoni spera che andrà tutto benissimo”.

Un messaggio a cui ha tenuto moltissimo questo. “Mi raccomando - ha insistito col suo legale -, fa sapere ai miei amici, agli amici del ciclismo e dello sport che non debbono mollare”. Potrà incontrare già la prossima settimana, forse martedì, la famiglia. Continua ad avere un’unica preoccupazione: la figlia. Una bambina sveglia, che ha un legame fortissimo con il padre e che lui non vuole far soffrire, vorrebbe proteggere da tutto quello che è accaduto. Non sarà facile, ci proverà. 

Santoni dovrà affrontare un periodo non si sa quanto lungo, dietro le sbarre. Ci è finito perché aveva condanne patteggiate con due diverse sentenze al termine di altrettanti processi per bancarotta e reati fiscali per fatti risalenti al 2007, quando ancora gestiva il team ciclistico Acqua&Sapone. Condanne, mai espiate, per complessivi 28 mesi di reclusione. Ma quali sono i motivi per cui Santoni ha patteggiato, riconoscendo i suoi errori? E soprattutto perché è stata rigettata l’istanza di affidamento ai servizi sociali? L’ex manager è dentro per bancarotta e frode fiscale. Reati che si sostanziarono nel 2007 quando, stando alla ricostruzione degli inquirenti, per agevolare le aziende che sponsorizzavano la sua squadra, lui fatturava cifre di molto superiori a quelle reali e la sua società aveva, sulla carta, utili, su cui ovviamente pagare imposte, che tuttavia non erano reali. Quei soldi non erano mai stati incassati! “Santoni ha ammesso i suoi sbagli - continua De Minicis - ma ha sempre ribadito che quello che ha fatto non era per un arricchimento personale quanto piuttosto perché riteneva, errando, che quello fosse l’unico modo per reperire sponsorizzazioni e finanziare il suo team ciclistico”.


I patteggiamenti risalgono al 2012. Quattro anni dopo, a sorpresa (Santoni e il suo avvocato confidavano in un epilogo molto diverso) è arrivata la mazzata: il magistrato di sorveglianza ha respinto la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali. Perché? In estrema sintesi perché ha ritenuto che Santoni non fosse cambiato, che non avesse fino in fondo percepito il disvalore di quanto aveva commesso, che fosse ancora pericoloso socialmente, che la sua attuale collaborazione con la società della moglie che organizza grandi eventi non fosse altro che un modo per continuare a fare, questo il rischio evidenziato dal magistrato, quello che faceva anche in passato. Per tutto ciò ha previsto per lui un periodo di osservazione in carcere. L’avvocato De Minicis sta tuttavia già predisponendo gli atti per tornare alla carica con il magistrato di sorveglianza e chiedere l’attenuazione della misura detentiva. Un team di commercialisti è al lavoro per preparare un dossier dettagliato sui conti della società della moglie di Santoni. “Una società con i conti in regola, che fattura tutto e che nulla ha a che fare con le bancarotte del passato e con il ciclismo professionistico - evidenzia in conclusione De Minicis -. E’ un’attività limpida e lo dimostreremo carte alla mano”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico