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PORTO SANT’ELPIDIO - Raccolta firme per ricordare due figure storiche della città: Bepi e Bruno, due B di spessore, due che hanno lanciato a livello internazionale il nome Porto Sant’Elpidio e vanno ricordati. Per tenere alta la memoria è partita un’attività che sta coinvolgendo i commercianti di Porto Sant’Elpidio, a lanciare l’idea è stato Salvatore Bargallò Deodato, per tutti Turi.
I personaggi
Giuseppe Moro, detto Bepi, classe 1921, è stato un calciatore. Ha vestito le maglie di dieci squadre, ha fatto parte della Nazionale al campionato del mondo nel ‘50, è stato uno dei portieri più estrosi e spettacolari del calcio italiano, in Serie A ha neutralizzato 16 calci di rigore, ha anche raccontato la sua carriera e svelato particolari scomodi, pagine di storia confluite nella biografia pubblicata nel 2011.
Bruno Rosettani, classe 1923, cantante e produttore discografico famoso negli anni ’50, ha cominciato con Sanremo e poi sempre più in alto, conquistando un vasto consenso di pubblico con canzoni cult come Eufemia, Una casetta in Canada, Stupidella, Ehi Joe, Carissimo Pinocchio.
L’entusiasmo
«C’è un grande entusiasmo in città a tal proposito – dice Deodato figlio – diverse attività commerciali stanno dando il loro contributo per appoggiare la mia richiesta, c’è un vasto interesse da parte della cittadinanza per la valorizzazione di personaggi vissuti a Porto Sant’Elpidio che, attraverso le loro professioni e i loro talenti, hanno contribuito a far conoscere il nostro territorio. Le vite di questi personaggi, con i loro successi, sono patrimonio collettivo elpidiense. Chiedo all’amministrazione comunale di attivarsi – continua Turi – perché i cittadini sostengono la mia richiesta, c’è voglia di ricordi genuini. Tralasciando il potenziale turistico che ne consegue, Bepi Moro e Bruno Rosettani erano due dei tanti amici di mio padre, le loro vite si sono incrociate più volte, meritano di essere ricordati. Non possiamo dimenticare il portiere della Nazionale e un cantante famoso in tutto il mondo, personaggi vissuti in tempi dove non era un post su Facebook a dare visibilità, ma era il talento. Queste vite, ricche di episodi da tramandare, vanno raccontate e Porto Sant’Elpidio deve andare fiera di avere cittadini di questo spessore». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico