Porto Sant'Elpidio, folla in chiesa per l'ultimo abbraccio a Paolo

Il funerale di Paolo Passamonti
PORTO SANT'ELPIDIO - Una chiesa gremita, tanto dolore, espresso con dignità e compostezza. Porto Sant’Elpidio si è fermata per dare l’estremo...

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PORTO SANT'ELPIDIO - Una chiesa gremita, tanto dolore, espresso con dignità e compostezza. Porto Sant’Elpidio si è fermata per dare l’estremo saluto a Paolo Passamonti, il venticinquenne morto giovedì dopo una lunga malattia.  


Nella chiesa della Santissima Annunziata, in prima fila, è seduta la famiglia del ragazzo. Da lì, da quei banchi si propaga una specie di forza che abbraccia tutti dentro e fuori la parrocchia. A dare dimostrazione di questa forza, per primi, la mamma Lorena, il padre Lucio, la sorella Alice. 

Dietro alla bara di legno chiaro coperta di rose anche don Antonino si è mostrato fragile. «Non è facile questa liturgia neanche per chi la presiede», ha detto. Il prete aveva conosciuto Paolo pochi giorni prima, il 13 giugno. «Mi ha cercato lui - afferma - era desideroso di ricevere i sacramenti. Abbiamo pregato insieme e abbiamo parlato di tante cose, di calcio». Il calcio, la sua passione.

Sopra la bara, infatti, la maglia dell'Elpidiense Cascinare con la quale il giovane aveva giocato nel 2006 un torneo a Lloret de Mar, con la squadre U18, uno degli ultimi prima di infortunarsi e scoprire quella brutta malattia. E fuori dalla chiesa ancora palloncini neroazzurri, perché la sua squadra del cuore era l'Inter. Pochi fiori, ma donazioni all'Ant.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico