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PORTO SANT'ELPIDIO - Per un anno è stata dimenticata, adesso è finalmente al centro dell’attenzione la scuola, per tante ragioni. Prima su tutte: le famiglie non ne possono più della didattica a distanza e chiedono di riaprire in sicurezza. Diversamente è a rischio la tenuta della società. La protesta esplosa in tutta la provincia (sono comparsi alcuni cartelli anche a Porto San Giorgio) era partita da Porto Sant’Elpidio con un gruppo di mamme contro la didattica a distanza. Erano in 5 e sono arrivate a mille firme, nel gruppo WhatsApp sono 160 persone, le più attive.
«La situazione è sempre più difficile, le problematiche sono tante – dice Rossella Monopoli, mamma, psicoterapeuta e psicologa clinica - non siamo più a marzo 2020 e, a distanza di un anno, non è più la stessa Dad. All’inizio ci abbiamo messo la buona volontà ma ora i bambini sono ai minimi provati, svuotati. La scuola non è un passaggio di materie curriculari ma è un luogo fisico fatto di persone e noi genitori, se non lavoriamo, cosa possiamo dare ai nostri figli?».
Questa condizione crea una pericolosa reazione a catena.
«La soluzione non la può offrire il singolo Comune, c’è bisogno della Regione o dei ministeri dell’Istruzione e della Salute» scrivono il sindaco Nazareno Franchellucci e la capogruppo Annalinda Pasquali che sposano la proposta di altri sindaci, di insegnanti e di genitori che chiedono controlli a tappeto. Alla Regione il Pd chiede anche «di mettere a disposizione dei comuni le risorse per rendere operativo il servizio a livello comunale». Porto Sant’Elpidio «ha già dato prova di essere in grado di organizzare un centro tamponi che può essere riproposto e potenziato ma potrebbe anche essere il personale sanitario a recarsi nelle scuole, essendoci un’aula Covid in tutti i plessi» scrivono i dem. Le vaccinazioni del personale scolastico sono già cominciate su base volontaria. Lo screening sarebbe una misura aggiuntiva di prevenzione.
«A Porto Sant’Elpidio l’organizzazione è rodata - spiegano sindaco e capogruppo - questo andrebbe a tutto vantaggio della comunità scolastica di tutta la Provincia». Tra i genitori e insegnanti c’è divergenza di opinioni sulla riapertura perché c’è chi teme il contagio e chi ritiene la scuola un luogo sicuro ma su una cosa tutti concordano «la didattica a distanza è inefficace» scrivono Franchellucci e Pasquali. Lei insegna e conosce bene la problematica. «L’attenzione e l’apprendimento degli studenti sono minimi in queste condizioni e il corpo docente risente della carenza del lavoro in team. La scuola deve essere una priorità, l’unica che può garantire una prospettiva di futuro alla collettività, è assolutamente necessaria la didattica in presenza e in sicurezza», la chiosa.
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