Porto Sant'Elpidio, frasi choc contro la Kyenge, parte il processo

Porto Sant'Elpidio, frasi choc contro la Kyenge, parte il processo
PORTO SANT'ELPIDIO - Rischia la condanna a un anno il consigliere comunale Antonesio Diomedi per il post contro l’ex ministro Kyenge. Le aspirazioni politiche del...

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PORTO SANT'ELPIDIO - Rischia la condanna a un anno il consigliere comunale Antonesio Diomedi per il post contro l’ex ministro Kyenge. Le aspirazioni politiche del giovane di destra si frantumano contro alcune frasi giudicate offensive scritte su Facebook due anni fa a settembre. 


Il consigliere Diomedi, allora in quota Fratelli d’Italia, oggi civico, aveva scatenato un terremoto devastante soprattutto per lui. La notizia era rimbalzata in pochi secondi su tutti i media locali e nazionali e il politico portoelpidiense fu immediatamente espulso dal partito della Meloni per quelle righe scritte a commento di un articolo giornalistico su Cecile Kyenge. All’origine c’era stata la dichiarazione dell’ex ministro dell’Integrazione che, intervistata da un giornale online, invitava a non «etnicizzare» il delitto compiuto da un ivoriano nei confronti della coppia di anziani siciliani a Palagonia. 

La frase del consigliere è stata un uragano che l’ha travolto. Giovedì si è chiuso il primo capitolo di questa brutta storia ancora da scrivere che sta minando il futuro politico del consigliere. Giovedì mattina c’è stata la seconda udienza in tribunale a Fermo e gli avvocati della difesa hanno chiesto il patteggiamento. La Kyenge si è costituita parte civile. A Diomedi il giudice ha rifiutato la prova in affidamento al servizio sociale, dove avrebbe potuto svolgere un lavoro utile alla comunità, adoperandosi magari anche presso un’associazione che si occupa di rifugiati.
La misura alternativa per la riduzione di pena però non è stata accettata dal magistrato, quindi i legali della difesa hanno optato per il patteggiamento. Si evita, così, tutta la fase processuale e l’imputato ottiene lo sconto della pena. L’accusa chiede un anno ma la pena sarà sospesa perché il consigliere è incensurato. 

Se il giudice dovesse accordare però la richiesta di patteggiamento, Diomedi sarebbe incandidabile a un semestre dalle elezioni comunali. Il consigliere si era scusato, per quel post, il giorno dopo la pubblicazione: «Le scuse in primis vanno all’ex ministro e a tutti coloro che si sono sentiti offesi dal linguaggio scurrile e violento che ho utilizzato per commentare un fatto nazionale» aveva detto in una conferenza stampa fiume, dove era parso molto provato e sinceramente dispiaciuto per quelle righe sfuggite di mano.

«Mi vergogno per quello che ho scritto – aveva detto - ho dato sfogo alla rabbia ma non volevo essere razzista». Diomedi era entrato in Fratelli d’Italia in sostituzione del consigliere dimissionario Andrea Putzu. Estromesso dal partito della Meloni, aveva costituito un gruppo indipendente “La Destra civica” e tuttora è in consiglio. Secondo alcuni, aveva dato voce, con quel post sul social network, a una rabbia che esiste ed è legata all’immigrazione come problema sociale. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico